Il Prosecco non è uno Champagne Minore

La battuta è di Pietro, commentando il mio ultimo post sullo champagne. “Il prosecco è uno champagne minore, dei poveri”. No, non lo è. E’ un prodotto diverso. Io lo trovo, nella versione brut, anche meglio: più facile da bere, meno impegnativo… l’extra dry è fin troppo dolce, per i miei gusti, ma piace. Un vino che si fa tagliare facilmente con acqua, ghiaccio, wermuth… un vino che va bene per aperitivo, a pasto, per fare bisboccia… lo champagne è più corposo, spesso molto fresco, decisamente più caro. Non è questione di “nobiltà”, ma semmai di stili diversi. E neppure il costo spiega il successo del prosecco: ci sono champagne che costano come dei presuntuosi prosecchi. Ma per lo champagne si leggono prezzi da marketing immateriale. 

Mi segnala Zimba che il prosecco italiano vende bene anche in Francia, circa 25 milioni di bottiglie, il 5,6% della produzione globale, ormai di parecchi milioni di pezzi/anno. Dunque no, Pietro no: il prosecco non è lo champagne dei poveri, ma un altro, ottimo prodotto. Lo sanno anche i francesi.

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