Poveri ma festaioli

La provincia dove abito è la più povera del Piemonte. Un dato di fatto che suffraga tante piccole sensazioni quotidiane: chi ha perso il lavoro, chi non viene pagato, chi chiude e va in Svizzera, chi dopo l’università non ritorna, chi ce l’ha con gli extracomunitari perché “rubano” case popolari, sussidi, esenzioni… chi compra cibi e vini (mediocri assai) negli hard discount…

Però ci sono Feste e  Sagre di ogni tipo un po’ ovunque; alcune delle quali (le più note e seguite) sono state raccolte in un libretto edito dal Distretto turistico dei Laghi: “Sagre Enogastronomiche 2015”. Un apax è la Sagra della Lumaca di Crevoladossola (ma le allevano ancora? O le vanno prendere nei prati?); ripetitiva la Sagra della Polenta a Nebbiuno e a Beura Cardezza (dove hanno recuperato antiche varietà di mais); assai numerose le Sagre dedicate alla castagna, una volta cibo dei semplici ora raro ed importato: a Massino Visconti, a Gignese, a Nebbiuno, a San Maurizio d’Opaglio e a Seppiana, anche i funghi sono molto presenti (ma usano quelli raccolti o li comprano dai mercanti dell’Est Europa?): a Nebbiuno (ma che paese è questo? Sagra dopo sagra…), a Gignese e a Trontano; un unicum è anche la Sagra Sapori di Lago di Baveno, dedicata al pesce di lago; originali la Sagra della patata di Montecrestese (ma le patate da dove vengono?);quella dedicata al gorgonzola a Stresa; la Festa dell’Uva di Masera; Gustus di Mergozzo, mostra mercato delle eccellenze agroalimentari del territorio; la Sagra della Noce di Antrona Scheranco (un’idea interessante, ma le noci?); la Sagra del Cinghiale di Ornavasso (buon sistema per tenerli sotto controllo);la Sagra del Mirtillo di Bognanco; Mele in Piazza ad Omegna e Sagra mele e Miele a Baceno; due Sagre dedicate anche alla Zucca: ad Omegna e a Santa Maria Maggiore; una Sagra della Transumanza a Nebbiuno (ma chi va ancora da alpeggiare?); e poi, curiostà delle curiosità: tra sagre dedicate al cioccolato, che tradizionale qui non è: a Gravellona Toce, a Mergozzo e a Stresa…

Sarà anche poco, ma un po’ ci possiamo consolare. Sperando che non chiudano anche queste per stanchezza dei volontari, eccessivi carichi burocratici, palese distacco con la realtà produttiva del territorio…

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