Piwi Piemonte

Sabato questo guiderò una degustazione. Fra i vini proposti anche uno a base di un vitigno piwi, il 2 Bronner 2019 dell’az.agr. Daniele Franco. Cosa è un vino piwi? Si tratta di  “vini di uve PI WI (“pilzwiderstandsfähig” in tedesco) resistenti alle malattie funginee.

Oggi nella scienza e nella ricerca si parla sempre più spesso di “Nuovi vitigni innovativi” in questo contesto. Questi vitigni sono altamente resistenti alle malattie funginee e consentono una significativa riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari. Pertanto, questi vitigni robusti o innovativi sono un’alternativa ovvia alla protezione convenzionale delle colture intensive”. (https://piwi-international.de/it/informazioni-su-piwi/cosa-sono-i-vini-piwi/). Normale che sia Veneto, un vino veneto, perché quella è una regione in cui la ricerca, la sperimentazione, l’utilizzo dei vitigni innovativi si fa da tempo. La cosa è secondo me spiegabile con le critiche serrate che i cittadini fanno alle coltivazioni intensive di uva da vino. Il caso più eclatante è quello del prosecco. Troppe viti, troppi trattamenti, troppi timori per la salute pubblica… Un vitigno che ha bisogno di meno trattamenti sarebbe una parte importante della risposta alle domande e ai dubbi.

E in Piemonte? Mi stupisco sempre, quando visito le Langhe, con le vigne serrate serrate; una monocultura totale ed invadente. Non usano forse trattamenti anche lì? Se va bene, rame e zolfo (ma fanno poi così bene in grandi quantità?), altrimenti chimica. Tutto in regola per carità! Ma nessun dibattito pubblico, nessuna indagine sanitaria, nessun movimento spontaneo. Tutto sembra silente e di piwi nemmeno l’ombra. Sarà sempre così? Non so, non credo.

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