La Panìcia Walser

Leggo sugli atti del XXXI Convegno Studi Campello e i Walser che fra i piatti in uso in quella romita comunità walser della Valle Strona, Piemonte provincia del VCO, c’è anche una Panìcia. Il nome e la ricetta ricordano la famiglia di piatti simili che dal tortonese (a causa delle mondine) alle pianure novaresi e vercellesi e alla Valsesia si ritrovano in diverse vesti: come piatti della festa, a Carnevale come rito comunitario le Panicce valsesiane; come piatti tipici e locali: la Paniscia novarese e la Panissa vercellese. Il loro nome deriverebbe dal latino “panicum”, cioè fatto con il panico, un cereale una volta assai diffuso in Italia del Nord ed oggi negletto. Il panico era cotto come si cuoce il riso oggi: bagnandolo e tenendolo più o meno asciutto come un risotto (Paniscia e Panissa) o liquido come una minestra (la Paniccia e la Panìcia walser). 

Ma come era fatta la Panìcia walser di Campello Monti? Si usava il latte, poi il riso e il burro e si cuoceva il tutto fino ad avere diverse consistenze: minestra od asciutta come un risotto. 

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