Essere Obesi va Oltre la mia Comprensione

Leggo sulla rivista “Consumatori”, rivista mensile dei soci Coop, che l’obesità è una malattia. Lo dice Michele Sculati, medico, il quale stigmatizza il pensiero di chi, a sua volta, “stigmatizza l’obeso come persona di scarsa forza di volontà”. Si tratterebbe invece di una malattia al pari dell’anoressia e come l’anoressia avrebbe bisogno di “un approccio multi disciplinare”. Ma tale approccio stenta ad essere accettato, “bizzarro” che la “diagnosi di obesità come malattia è stata riconosciuta solo nel 2013 dell’American Medical Association”, mentre in Italia “non è inserita nei Lea… dunque non è considerata a tutti gli effetti una malattia, anche se… la definisce una malattia sociale”. Bizzarro, forse.

Nulla da eccepire sul ragionamento: se dimagrire troppo è una malattia, lo dovrebbe essere anche ingrassare troppo. Ma non è questo che mi inquieta: se ingrassare troppo è una malattia, lo sarà anche fumare? Bere? Guidare veloce? Essere aggressivo? Lavorare troppo? Giocare a poker?

La colpa di chi è? Nostra, ma fino a che punto? Altrui, ma fino a che punto? Se tutto ciò che non è nella norma è malattia, cosa è la malattia? Un agente esterno o anche qualcosa che creiamo noi. E se lo è, non esiste più il libero arbitrio? Siamo in pieno servo arbitrio… Ma, senza Dio.

E chi è il Dio che decide cosa è normale, giusto? I medici, nuovi profeti? La società moloch fatta di leggi, regolamenti, muti servitori del Leviatano? Mah, non so… E poi: l’uomo è solo un corpo snello e sano? Non può essere umano e sano anche chi è altro? Non c’è altro?

Vedete, non capisco… Mi inquieto.

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