Obesi si nasce o si diventa?

Confesso che non lo so: da una parte infatti credo che si diventi obesi per scelta personale: troppo cibo e poco moto; dall’altra, però, alcuni mi dicono sia una malattia… Una malattia psicologica che va curata con un mix di aiuto e di farmaci… Sarà! Ma io propendo per la volontà (o debolezza che semmai è l’altro lato della medaglia!).
La stessa domanda -e gli stessi dubbi- però se l’è posta Francesca Rigotti nell’interessante saggio argomentativo Manifesto del Cibo Liscio (Interlinea, 2015) dove, a pagina 97 racconta che “il servizio sanitario del Devon, in Inghilterra… ha stabilito nell’ottobre del 2014 che obesi e fumatori non sarebbero più stati sottoposti ad operazioni di routine (non gravi dunque) a meno che non avessero lasciato perdere le sigarette per otto settimane (i fumatori) e non avessero perso il cinque per cento del peso (gli obesi). Lo scopo era di ridurre le liste di attesa e sanare il debito della sanità… chi ha proposto queste misure ritiene, seguendo la linea volontaristica, che si possa smettere di fumare, nonché diminuire di peso, volendolo. E che, chi è riuscito a farle respingere, nel dicembre successivo, abbia avuto buon gioco con l’argomento deterministico che afferma che perdere peso impegnandosi con la volontà a mangiare di meno è impossibile. Insomma, essere obesi equivale a essere neri, donne o gay? O vale, per le persone obese, la premessa della libera volontà, presupposta per chi viola la legge e che sta alla base dell’intero sistema giudiziario?”.
Io propendo, comunque, per il libero arbitrio: si è obesi perché si sbaglia. O per malattia della volontà: Accidia. Insieme alla Gola, infatti, uno dei vizi capitali.

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