Mio padre ha ucciso (polli, conigli, tacchini… ma anche faraone, capretti, pecore e financo maiali…)

Scrivo questo post in memoria di mio padre. Non è che è morto. Anzi, è un arzillo vecchietto. Morto semmai è il mondo agricolo da cui proviene che lo ha accompagnato per anni. Ha accompagnato noi tutti per anni. Ci pensavo da tempo, osservando il rifiuto che la nostra società ha della morte, della morte degli animali che mangiamo. La loro vita non ci appartiene più, non la vediamo più: pochi in giro a pascolare nei prati, pochi a razzolare nei cortili, pochi in gabbie… ma di contro un po' ovunque nei supermercati, nei ristoranti, sulle nostre tavole quotidiane… Carne e derivati della carne un po' ovunque, ma gli animali no. Vivono, infatti, isolati in allevamenti ghetto, puliti e razionali; mangiano un mix bilanciato; e muoiono uccisi in fabbriche silenziose ed anonime alla gente.

Mio padre, invece, aveva una baracca in fondo al cortile, dove sono passate centinaia di galline, galline ovaiole e galli; nel retro le gabbie dei conigli… Da bambini gettavamo gli avanzi, il pane secco, raccoglievamo le uova ancora calde… e catturavamo le galline per le ali e i conigli per le orecchie. Mio padre dava loro un colpo e -zac- si passava poi a scuoiare, spennare, sventrare e poi, via veloci, nel frezeer… Riapparivano infine nelle pentole di mia madre, in versione arrosto (di gran lunga la preferita) o altro. Qualche volta, mio padre comprava delle faraone, dei tacchini (animali antipatici), capre, caprette, pecore e, un paio di volte, anche dei maiali. Anche loro, alla fine, venivano uccisi e poi mangiati.

Non mi è mai piaciuto spiumare le galline e non sono capace di colpi secchi come mio padre. Ma la loro uccisione non mi ha mai impressionato. Si uccidevano per mangiarli. Senza indulgere in torture e secondi fini. Non mi sono mai sentito in colpa. Nessuno di noi si è mai sentito in colpa.

Però, se racconti questo; se dici questo; se fai questo… molti ti guardano male. E credo anche che ci siano delle leggi che limitano l'allevamento e l'uccisione privata… La gente a parole ama gli animali, tutti. E non ne accetta la morte. Ma Lei si nasconde dietro al sorriso di una pubblicità o di un clown di plastica. C'è. 

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