Miele di Lamponi

Miele di lamponi

Per anni mi sono crogiolato nell’idea che il miele più raro sull’arco alpino fosse il delicato miele di rododendro, ma negli anni ne ho trovati di ancora più delicati, come l’acacia in purezza, e di ancora più rari, come il miele di lamponi che è veramente difficile da trovare. Si tratta di un miele che deriva dalla fioritura di questa pianta tipica dell’ambiente alpino.  Ma la si trova con una certa abbondanza anche sui rilievi dell’Appennino centro-settentrionale. La sua coltivazione in Italia è praticamente sconosciuta. Di fatto le superfici a lamponeto specializzato sono poche, decine di ettari, e il miele viene realizzato sfruttando anche le rare concentrazioni di questo rovo in natura (chi conosce i posti se li tiene ben stretti). Il miele di lamponi è dunque un miele particolare, difficile da produrre. Il colore è molto chiaro, quasi ambrato. L’odore e l’aroma sono di media intensità, fruttati, come gelatina di frutta o mele cotte caramellate. Un miele che ha la tendenza a cristalizzare, dolce. Buono. Ringrazio Pier di Nonio che mi ha dato occasione di provarlo durante una cena didattica realizzata nel suo ristorante. Cosa si è mangiato? Ecco il menu realizzato utilizzando i mieli del Lago Maggiore e delle sue Valli: lo sformato alle ortiche con caprino del consorzio e miele di lamponi, la brisaula del consorzio con caprino e mele al miele di mille fiori, i “dalavit” al miele di acacia con fragole e cannella, i tortelli di ricotta  di capra del consorzio con erbette al miele di lamponi, la culatta al gorgonzola con barbera,  timo selvatico e miele di castagno, la sfogliata di frutta con gelatina al miele di rododendro e sorbetto al limone e salvia con miele in favo.

 

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