Un Natale in Francia… Anni Fa!

“Natale 1925: direi che è un capolavoro di francesità opulenta!  Partendo dai due tipi di ostriche si arriva già esausti alla sogliola ricoperta di una sostanziosa salsa, dopo essere passati attraverso una crema di pollo o un consommé tartufato ed arricchito di carote, pastinaca e cerfoglio. Come trovare la forza per affrontare la sella d’agnello, il tacchino tartufato, il paté in crosta e un’insalata di sedano rapa, patate, carciofi e tartufi condita con remoulade o maionese? Il gelato si scioglierebbe, ma la piccola pasticceria è obbligatoriamente da inserire nel doggy bag!!! Sicuramente menu super ricco e dieteticamente improponibile. D’altra parte il pranzo festivo non lo è mai stato!! Tuttavia è interessante la scelta di ingredienti di pregio ma non esotici. Sto, invece, provando un discreto disagio leggendo i menù di natale e Capodanno di molti ristoratori italiani: poca coerenza e progettualità, banalità modaiole e non stagionalità a profusione. Sarà anche per compiacere e sedurre il cliente…”

Ringrazio Maria Cristina Pasquali a cui ho mandato uno dei menù che Giuseppina ha trovato a casa sua. Roba del nonno (“ma era troppo giovane!” Collezionista?). Tutti menù francesi, anche scritti a mano (nei ristoranti: tanta roba!). Piano piano li pubblicherò, parte. Curiosità, confronti, indagine sociologica e storica… Non so. Ma certo una volta alle feste mangiavano di più. Facevano lavori più pesanti, se ne fregavano della dieta, festeggiavano poche volte l’anno. Ognuno si dia una risposta, se vuole.

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