Massimiliano all’Osteria Il Monterosso di Suna

Caro Riccardo, avrei piacere di condividere con te ed i gastronauti di ALLAPPANTE la visita che ho fatto a questo nuovo ristorante in Verbania. L'Osteria il Monterosso vengo a sapere dai nuovi propietari, sia la più vecchia osteria di Suna (metà Ottocento). Riaperta il 14 febbraio 2011 dopo circa un anno di restauri, la gestione precedente l'aveva infatti trasformata in una pizzeria.

Il locale si affaccia direttamente sul lago, strutturato su due piani.Entrando direttamente nella sala dell'Osteria si gode un'atmosfera "anni trenta”: musica soffusa con arie d'opera, musica francese dello stesso periodo.Tavoli ben curati (sei per l'esattezza), bicchieri finemente decorati una "mise en place" essenziale ma di classe (posateria Alessi, design Caccia Dominioni), tovagliato in stile floreale e coprimacchia ecrù. Il locale è pitturato in un verde picevole dove sui muri fanno da contrasto delle apliques rosse. Pochi mobili in stile, candele sui tavoli, florealmente decorati.Su un lato della sala vi è una bella scala a chiocciola; salendo al primo piano vi è una piccola ma bellissima cucina a vista. Piani cottura ad induzione,acciaio inox immacolato ovunque, due tavoli fronte cucina (come nei più esclusivi ristoranti) e poi un romanticissimo terrazzino con tre tavoli. Il menù vi viene portato in una scatoletta in legno con la data 1854 (prima apertura dell'Osteria Monterosso); aprendola,si trovano un fiorellino,una lente d'ingrandimento e alcune cartoline d'epoca raffiguranti Suna e il Lago Maggiore. Girandole ed aiutandosi con la lente, appare il menù: 5 antipasti, 6 primi piatti,5 scondi di pesce, 4 secondi di carne,3 insalate particolari, 1 selezione di formaggi, 6 dessert. Portate molto orientate al territorio, con qualche divagazione al mare.

La carta dei vini è ben strutturata,vini italiani, vini francesi e di altre nazioni.Molti produttori non famosissimi, ma anche grandi firme.

Ho assaggiato tre portate più un dessert. Sono rimasto con pietanze del territorio: Antipasto: Terrina di Stinco di Vitello con misticanza di funghi prataioli; Primo piatto: Taglierini al ragù di lago; Secondo: Scaloppa di di Luccioperca impanato ai semi di senape con vellutata di crescione; Dessert: Gratin al gianduia e guazzetto di albicocca.

Nel complesso bene, il servizio è informale ma curato.Lasciamoli lavorare,con il tempo e la volontà di migliorarsi sempre più potranno ben inpressionare. La “patron” Cinzia Ferro secondo me ha saputo dare un'impronta molto particolare al suo locale,sicuramente un'alternativa nel panorama della ristorazione verbanese. Buono il rapporto qualità prezzo. 

Massimiliano Maulini 

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