Ma chi capisce l’arte contemporanea?

Mi piacerebbe sapere chi comprende l’arte contemporanea? Quanti? Forse chi la fa, chi la condivide, chi la usa per viverci. La gente normale o si fa suggestionare o non la comprende. In più non sa la storia e dunque si muove nella nebbia. Dovresti spiegarle che nella società libera d’oggi l’artista raramente lavora per una committenza (per quella ci sono gli architetti), come nel Medioevo, e che, comunque, fa fatica a sentirsi imbrigliato. E dall’Ottocento romantico che succede così: si fa arte per l’arte. E devo dire che i tentativi opposti: fare arte per il potere, fare arte per educare le masse, fare arte per celebrare un dio… non hanno dato esempi altissimi di creatività. Almeno dopo il Rinascimento.

Cosa vuoi dunque che capisca uno come me di arte contemporanea? Poco, nonostante l’acculturamento. Mi faccio suggestionare, semmai. Però quando devo passare ad attribuire un valore all’opera, cado nel buio e penso che spesso si tratti di speculazione. Fuffa, aria fritta… per intenderci. Magari sbaglio, però.

Idem per l’alta cucina che non amo in toto. Non amo quando non la comprendo, quando non so cosa esprima, quando penso che siano altri a dare il valore alle cose. E dunque comprendo la Gabanelli e il suo post assai criticato. Uno sfogo condivisibile che credo non renda giustizia alla chef da lei criticata. Ma che però mette a nudo il disagio che il normale ha di fronte all’arte contemporanea tradotta in cucina. Poi, la mancanza di contenuti in molti chef è palese, ma non solo nell’alta cucina. Un vuoto che la forma fa fatica a coprire.

A volte poi, la forma ricercata mette in cattiva luce anche piatti dai contenuti validi. Insomma, io la Gabanelli la comprendo. E voi?

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