Lo spirito dell’esagerazione

Ho letto da qualche parte (o ho ascolato, non so!) che ogni vino buono deve avere il suo spirito, un’anima, un’essenza. Sono d’accordo: il vino "è un prodotto" e non un "non prodotto" stile cola, hamburger e similari… Spesso però lo spirito di un vino sembra essere esagerato, difficile da cogliere… Domenica a casa di Massimo, a fine pranzo, spunta un’altra bottiglia di vino. La accarezza e me la mostra, prima di aprirla. Devono avergliela regalata, deve avere una storia: è così, lui il vino lo fa e non lo compra. Semmai lo beve nei ristoranti, in giro… ma le bottiglie che ha in casa sono regali, scambi fra colleghi… Così deve essere stato anche per l’amarone della valpolicella 2001 Brolo delle Giare di Tezza, azienda abbastanta nota e premiata. Massimo la guarda invidioso: a molti viticultori piace ancora pensare di poter fare un "super vino", ricco di alcol, struttura, aromi. Stile "parker", per capirci. Ma poi chi li beve? Chi beve, per esempio, questo amarone che dichiara 16,5° (dunque, ipotizzabile, 16,8°). In bocca è fresco e corposo, scalda, brucia in gola. Se lo annusi sa di alcol, di prugna secca, amarena spremuta e caramellizzata, un che di acetico sul fondo. Da lasciare aperto a lungo, suggerisce Massimo. Con cosa berlo? Da solo, "meditando", come si dice? Forse. Oppure intingendo e poi succhiando rettangolini di gorgonzola piccante dop, mi viene da dire e ridono un po’ tutti. Dopo un’ora, le sensazioni permangono e Massimo mi guarda un po’ sconsolato. In lui permane il desiderio di un "super vino", mentre a me sembra-no un po’ esagerati. Ma forse nel mondo c’è gente che la pensa diversamente e volentieri "medita" con un bicchiere in mano… Loro coglieranno certo meglio lo "spirito" di questo-i vino-i!