Gente che Va (poi Torna?)

Uno si chiamava Giulio ed era un ricco signore di Omegna, simpatico e sempre un po’ più avanti di te. A parole, credo. Ma non importa più. Non importa da anni. Fumava sigarette eleganti che accendeva con un piccolo blocco d’oro. Sepolto a Schio.

Lei, Giuseppina, era la mia professoressa di Italiano del Liceo. Le volevo bene anche se era una nevrotica e il latino non me lo ha fatto amare (colpa mia, però). Confesso che la stima che aveva per me, mi ha aiutato a superare le tempeste dell’adolescenza. Ogni volta che la vedevo ero imbarazzato, non volevo che lei potesse ricordarmi il mio “limaccioso” passato. Ora, però, avrei voglia di vederla ancora. Ancora. Prometto che potrei anche studiare latino con lei! Sepolta a Pieve Albignola.

Il terzo era Donato, impreditore. Simpatico e cordiale.Ti esplorava. Con lui sono stato nel consiglio direttivo del Forum ai tempi di Forza Italia (io). Abbiamo bevuto insieme qualche bicchiere e non ho mai capito se ero solo io che lo immaginavo disegnatore piuttosto che imprenditore. Non so. Mistero. Sepolto a Pettenasco, credo. O forse Gravellona Toce.

A loro le parole di Bismantova dei Gazebo Penguins, più una serie di pensieri che “vanno al nulla eterno”. Addio o arrivederci. Non so. Nella vita “chi lo sa”. Ecco, appunto… chi lo sa?



Apro gli occhi ed è tutto vero

Non si muove nessun pensiero

Anche se sembra così nero

Ti smarrirò sulla montagna

A primavera finita

Mi sveglierò anche domani

Con la paura che posso fare a meno di te

Resta ancora

Resta ancora

Un luogo tranquillo: era questo il titolo originale della prima versione dell’opera, eseguita da Böcklin dopo una gestazione molto meditata su commissione: «L’isola dei morti è pronta, finalmente» comunicò in una missiva del 19 maggio 1880 «e sono convinto che susciterà l’impressione che desidero». La prima delle cinque versioni è conservata a Basilea.

Visite: 1102

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *