Lei Venti

La Cantina Lorenzo Zanetta di Sizzano (No) compie ventanni ed ha festeggiato uno dei tanti compleanni con amici, ospiti e giornalisti (io? Amico direi). Siamo andati a pranzo ed abbiamo assaggiato alcuni dei loro vini, almeno quelli a cui loro tengono di più: il bianco Montarido colline novaresi doc, il nebbiolo Pratogrande colline novaresi doc, il sizzano doc, il ghemme docg e per chiudere il nebbiolo chinato Pratogrande. Il menù del ristorante Il Parco delle Cicogne di Barengo (bel locale davvero) spaziava dal territorio al vino: Assaggio di mortadella della duja e cipolla rossa al sale con ricotta caramellata, chips di mais e aceto ridtto, Fagottino di pasta soffiata ai funghi cardoncelli, melanzane e mozzarella con fonduta di porro e granella di noci, Risotto carnaroli selezione “Zanetta” al ghemme e riccioli di pancetta ossolana speziata, Cappello del prete al sizzano su sforma tino di polenta e vegetali glassati, Assaggio di gorgonzola Palzola e Palfuoco, Setteveli di cioccolato, caramello e marron glacés con chantilly alla vaniglia, meringhette e frutto della passione. Grazie ancora ed auguri.

Del menù dico solo che era tutto buono. Lo sguardo si perdeva su un orizzonte di sapori e di profumi piacevoli ma nulla che si distinguesse. Tutto un po’ tenuto sotto controllo, mi verrebbe da dire. Più melodia che ritmo, metaforicamente.

Ben diverso il vino che ha regalato ai presenti una dissonanza quasi cacofonica. Dove chi non si aspetta l’inaspettato, l’originale, il mai uguale… si sarebbe sentito un po’ imbarazzato; mentre chi ama l’avventura gustativa ne sarebbe rimasto affascinato. Come giudicare infatti vini che sono prodotti in un fazzoletto di terra (le colline novaresi), tutti i rossi a base nebbiolo, ma hanno tante differenze produttive, di disciplinare e anno per anno cambiano e si evolvono diversamente nel tempo: come? Si debbono assaggiare. E non è detto che ti piacciano al primo assaggio: hanno spesso profumi lievi, terziari più che fruttati; colore scarso; sapori delicati ma persistenti; sono spesso squilibrati in bocca, dove prevale la sensazione di acidità, spesso sono tannici ed amarognoli sul finale. Eppure… eppure affascinano per il loro essere sempre diversi, con personalità propria e solo in parte dettata dai gusti globalizzati. E durano anni. Da scoprire anche per questo…

Sergio Zanetta

Leggo nelle mie note: “Nebbiolo Pratogrande del 2010… cuoio, liquerizia, in bocca asciutto, magro, allappante… Sizzano doc 2009… profumi lievi, equilibrato… Sizzano doc 2005… frutta e alcol, frutta in alcol, in bocca asciutto, tradizionale… Sizzano 1999… profumi lievi; asciutto, magro… ottimo… Ghemme docg 2006… subito alcol e poi profumi “rossi” sul retro; in bocca asciutto, fresco ed alcolico… Ghemme docg  2004… buono, morbido… GHemme docg 2001… profumi delicati; asciutto, caldo… Ghemme docg 1998… un po’ chiuso e delude in bocca dove appare poco espressivo (ma dopo 16 anni!).

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