Giorgio e la Cucina Anarchica

Giorgio Rava Ricette Anarchiche

Giorgio Rava ha finalmente pubblicato il suo ricettario “Ricette (anarchiche) tra il Lago d’Orta, Maggiore e oltre”. Me ne parlava da anni e, qualche volta, qualche sua creazione culinaria l’ho assaggiata. Però non ci avrei mai creduto, invece non solo l’ha finito ma ha anche trovato un editore (locale ma con i controfiocchi), la prefazione di un grande, Alberto Gozzi, e ha già all’attivo una cospicua vendita di questo sobrio libretto con eloquente copertina.

Non pensate nulla: non è una raccolta di ricette tratte dalla storia, ispirate ai fatti e ai personaggi dell’anarchia, del movimento anarchico. La definizione scaturisce dall’animo di Giorgio che tale si è sempre definito: “anarchico”. Nella vita, nella docenza, nell’arte e financo in cucina. Io, che le ricette le ho lette e presentate al pubblico nella vernice, direi che “anarchico” è l’approccio. Non si avverte nessun principio di autorità né autori, né cuochi più o meno famosi, né logiche di tradizione o di etnicizzazione o pseudosalutiste. Giorgio utilizza liberamente ciò che trova nel mercato vicino a casa, nel suo orto, ciò che amici cacciatori o pescatori gli portano… Semmai, un unico afflato poetico lo porta a preferire la cucina popolare di un tempo, fatta di ingredienti poveri e spesso ripetitivi (rapa, acciughe, pan cotto). Ma ciò è molto “anarchico”: una cucina che viene dal basso, che prende consapevolezza senza un “partito guida”.

Le sue ricette dunque sono “creative” ed accostano ingredienti assai distanti fra loro, ma sotto sotto sono “tradizionali”, “popolar i”, perché utilizzano gli strumenti semplici di ogni cucina italiana: padelle, pentole, piastre, fuoco a gas…

Inoltre, Giorgio unisce la cultura gastronomica con riferimenti poetici, letterari, metaforici (ma riconducibili ad una cultura media nazionale), logici, analogici… alla storia, alla letteratura, all’arte, alla cultura “pop”. Ogni ricetta ha così un suo cappello introduttivo, mai scontato, che rende il libro godibile anche nel suo essere “narrativo”, racconto di un’esperienza plurisensoriale assai apprezzata da chi la pratica: cucinare!

Ricette che mi hanno colpito: La quasi paniscia, Rape e fagioli, Il buco del normanno, Sanguinacci ed arena, Sulla cassa del morto, Genova, Green green grasso f home, Kronstad, Le viole e le rose, Morte al Kaiser, Minestrina svizzera… Buona cucina a tutti! Viva l’anarchia!

Visite: 1372

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *