Lei non capisce niente! (di gattinara docg)

“Lei non capisce niente di gattinara!”: la signora sobriamente elegante con cui avevo intrecciato brevi discorsi sul vino, sul territorio, sulle torte –da un tavolo all’altro di una piacevole trattoria di Gattinara- mi ha lasciato così: prima di uscire con l’anziana madre (pure lei sobriamente elegante), si è girata verso di me e mi ha detto queste parole: “Lei non capisce nulla di gattinara!”. Con un tono che a me è sembrato di materno rimprovero e all’Innominabile (forse dotato di maggiore sensibilità) un tantinello presuntuoso. Non so. Credo di averne ferito qualche sensibilità nascosta.

Ma cose era successo? Nel pomeriggio di domenica scorsa, siamo andati in banda a sentire Massimo Delzoppo che alle cantine Nervi di Gattinara parlava di storia, di antichità della viticultura alto piemontese, di teorie sballate sull’origine della parola “spanna”, sulla storicità del nebbiolo… interessante conferenza di cui parlerò ancora. Ecco, dopo la conferenza, il nuovo proprietario, il norvegese Erling Astrup, ha offerto una bella degustazione dei suoi vini. Abbiamo assaggiato tutto: un bianco da uve erbaluce Bianca nulla di che; un rosato di nebbiolo Rosa asciutto, profumato, “virile”. Buono; il gattinara docg “di base”, annata 2006, 13,5°. Un vino profumato ed in bocca asciutto, fresco, tradizionale, da cibarie saporite direi. Ottimo; poi un Molsino 2006, uno dei loro vini top: profumatissimo (frutta rossa, alcool, legno…), corposo e morbido in bocca (alcol, glicerina, zuccheri…). Esagerato; ed infine un Valferana 2005, un po’ la via di mezzo fra il gattinara docg “base” e il Molsino 2006: profumato sì, ma meno legno, meno corpo e meno morbidezza… il mio “gattinara della domenica”, giocando con abitudini che ora non ci sono più, mentre il gattinara docg Nervi sarebbe quello di “tutti i giorni” (sì, ma chi giorni! Un sogno di vita non stressata, comoda, apparecchiata! Ma quando mai!?).

Mentre eravamo al tavolo della Trattoria del Soggiorno a mangiare carne cruda e fritto misto alla piemontese (tutto ottimo), a discutere di cucina, di salse e di vita con i proprietari, i miei amici hanno bevuto (io no, guidavo) un paio di bottiglie di gattinara docg Travaglini riserva, se non ricordo male annata 2006. Un altro “vinone” al pari del Molsino. Un vino da degustazione più che da cibo (a meno di berne un solo bicchiere!). Io avrei preferito certamente il rosato Rosa di nebbiolo Nervi o il suo gattinara docg “base”. Ed ho espresso la mia preferenze ad alta voce, accompagnando con alcuni esempi: niente Travaglini riserva e neppure Molsino, forse il Valferana; e neppure il famoso Osso San Grato di Antoniolo, anche perché la signora che lo produce non sorride mai. Ma –ho aggiunto- anche se Erling sorride sempre non mi sposterà dal preferire vini più freschi, meno corposi. Meglio il gattinara docg tradizionale che queste versioni assai strutturate…

Ma io, come ha detto la elegante signora “non capisco nulla di gattinara!”. Opinioni, ovvio…

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