Leggende metropolitane

In attesa di una degustazione guidata, all’ultimo Vinitaly, mi sono appropinquato all’ovale bancone del Trento Doc, decorato da alcune graziose fanciulle, da seriosi sommelier e da curiosi alberi morti a cui s’appendevano dalla gabbietta i tappi stappati… Mi sono ricavato un angolino ed ho incominciato ad assaggiare uno spumante dopo l’altro. Tutti buoni, alcuni di più (a mio giudizio), ma tutti buoni… Abate Nero, Cesarini Sforza, Conti Wallenburg, Endrizzi, Ferrari, Letrari, Maso Martis, Mezzacorona. C’è chi usa cuvée passate in parte nella barrique, chi usa mix di vini ricavati da uve diverse, chi tiene tanto sui lieviti, chi meno, chi ha vigne in basso (si fa per dire), chi in alto… Mentre assaggiavo e pensavo ai fatti miei, continuava ad arrivare gente, attirata più dalla curiosità che dalla conoscenza. Sballottandomi, ovviamente, un po’ in qua e un po’ in là… una gentile signorina mi ha definitivamente svegliato dal torpore pomeridiano, perché ha detto al suo compagno di preferire, comunque, lo champagne francese… Tutto lo spumante trentino è meno buono di un qualsiasi champagne? Ah, cari e vecchi pregiudizi! A volte assomigliano a delle leggende metropolitane, tipo i coccodrilli nelle fogne di NY o “il benvenuto nel mondo dell’aids” di recente memoria… Cose verosimili reputate vere.

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