
Chissà se abbiamo vinto? Se abbbiamo azzeccato il peso del porcello in gabbia? A San Gaetano di Caorle, Monica, Filippo, Simone ed io abbiamo tirato al peso di un porcello che in gabbia guardava incuriosito e, ogni tanto, mangiava nel suo trogolo. La discussione si è subito accesa: se vinciamo cosa ne facciamo? Dove lo mettiamo? Chi lo porta? Monica aveva paura delle puzze, delle cacche… Filippo lo voleva mettere in casa e farlo morire di vecchiaia… Simone diceva di piazzarlo dalla vicina… io pensavo a salami e prosciutti… Stavamo degenerando, prendendoci sul serio… ho posto fine alle discussioni surreali, affermando che -in ogni caso- ci avebbe pensato l’Innominabile a risolvere il problema. Quando penso ad una missione impossibile, mi viene in mente lui. Lui è capace di ogni impresa. E poi, insomma, non era detto che saremmo andati a vedere se avevamo vinto. Nessun problema, dunque. Tranquillizzati, siamo andati a cena: polenta bianca, braciole, costine, soppressa… e vino locale. Eravamo, infatti, nell’area doc Lison Pramaggiore e alla festa di campagna (buon cibo a prezzi popolari) abbbiamo assaggiato un rosato da 5 euro dell’Azienda Agricola Casere di San Stino di Livenza (
aziendacasere.com). Senza data, 11,5°. Un vino (forse una bottiglia) deludente: profumi di ciliegia, sì, ma una nota acetica spiccata. In bocca è fresco ma sempre ben acetico. Cattivo. Riassaggeremo magari un’altra bottiglia, se verremo a prendere il porcello. Qualche ora dopo, in un’enoteca del centro di Caorle -Enoteca Cinquecento, credo si chiamasse- abbiamo assaggiato e comprato degli altri vini della doc: pinot grigio, chardonnay, refosco… il primo stappato era il sauvignon blanc Borgo Stajnbech (
borgostajnbech.com), 13° del 2007, imbottigliato da Azienda Agricola Adriano Marinatto Valent Belfiore (mamma mia: una sciarada!). Un vino che profuma non male: una nota vegetale forte poi un che di selvatico, di agro, frutta esotica matura e infine fiori, fiori (chissà perché?) bianchi. In bocca è morbido: le sensazioni dolci sembrano sopraffare le sensazioni acide, fresche. Un vino corposo, pieno. Lo avremmo preferito più fresco: così è al limite della stucchevolezza. Un po’ più magro, però buono. Simone annuisce: "buono, però…" dice. Secono me, terrebbe salumi ed insaccati. Ma le braciole no: ci vorrebbe più freschezza! Se vinciamo il porcello, ce lo ricorderemo…