La materia dei sogni

Dice Shakespeare ne “La Tempesta” che “noi siamo fatti della stessa materia dei sogni”. Se ti giri e guardi il passato, in realtà, non trovi traccia di un sogno ma di frammenti di sogno, immagini, ricordi, sensazioni… tutto rotto, frammentato; ricordi che sono forse immaginati o veramente vissuti: ma che importa? E a volte una bottiglia di vino fissa per sempre un’amicizia, un incontro, un momento piacevole, un viaggio… Bottiglie come quella che Andrea –in mezzo a tanti altri vini- portò al compleanno di Eros: una bottiglia di Vega Sicilia Cosecha (vendemmia) 1986 Unico, Ribera del Duero (13,5°). Un vino dai profumi potenti e dal ricco bouquet: legno, vaniglia, frutta rossa sotto spirito, cuoio; in bocca era corposo, morbido, una sensazione di selvatico addomesticato… un vino interessante, costoso… Leggiamo che è ricavato da uve tinto fino, cioè tempranillo; che la zona vitivinicola è a cavallo del Duero, fiume enologico per eccellenza in Spagna e Portogallo; che la storia di quell’area comincia nella metà dell’Ottocento; che l’Unico viene prodotto solo nelle annate eccellenti… Generosa amicizia, grande vino.

Nella sua casa-studio, il mio amico Giorgio, pittore-cuoco anarchico, ed io siamo stati alle prese con un Mercurey Rosso Domaine Juillot, annata 1993, versione “mag-num” come dicono i francesi. Vino degno di nota, cucina creativa e lavori d’artista sempre piacevoli da vedere. Il vino da pinot nero ci ha lasciato a bocca aperta per pulizia di profumi (si sentiva ancora la frutta, la prugna, la vaniglia…), affinamento, gusto equilibrato, corpo… Ottimo vino. Ottima serata.

Sono a tavola con altri e ricordo (ma forse no, forse lo sapevo già) che è il mio compleanno. Ordino una bottiglia un po’ banalotta: un Franciacorta doc Ca’ del Bosco Cuvée Prestige. E lo trovo immediatamente piacevole: ha profumi abbondanti, di fieno, di miele, di nocciola… in bocca è fresco, corposo al punto giusto, lungo e piacevole. Bel vino, bella sorpresa.

Ci siamo: dopo settimane si va a casa di Bartolo. Lui ci tiene così tanto: è un cuoco professionista-dilettante. Cucina per sé, per gli amici, per le feste di condominio. Con noi una coppia di francesi, simpatici, e con vini loro. Fra cui un Vin d’Alsace aoc, Jean et Fils Fulhaber Gewurztraminer 2005. Un bel vino dai profumi dolci di miele, di piccoli frutti, di uva spina; in bocca è subito dolce, ma poi fresco, equilibrato (se bevuto freddo). Piacevole. Nuova amicizia, nuovo vino.

La “materia dei sogni” sarebbe ancora più ricca, fatta di altri istanti, di altri vini, di altri viaggi, di alcune porte che si sono aperte su mondi sconosciuti, di vecchi amori e di nuove amicizie…  Un abbraccio…

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2 thoughts on “La materia dei sogni

  1. Mercì, davvero. E a proposito, Andrea, ti ricordi qualcosa dei vini Orsini (http://www.viniorsini.it) assaggiati al Sana di Bologna? Abbiamo assaggiato cosa fra il suo Sannio doc Falanghina, il Greco igt Campania I Gemelli (non mi sembra), il Malatesta igt Campania Piedirosso o il suo Cafiero (mi sembra di sì) Aglianico Sannio doc? I vini mi erano piaciuti. Tutti biologici. E cosa ricordi dei sottoli e sottaceti che hanno accmpagnato i vini? Erano di Borgo La Rocca (http://www.borgolarocca.it). Frammenti… Che fiera esploriamo prossimamente… io intanto penso al Friuli… Ciao

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