In fretta a Milano Food&Wine

In fretta, in fretta… L’Innominabile mi manda un messaggio in mattinata: “se vuoi andiamo a Milano al Food&Wine Festival: ho i biglietti”. “Sì, sì… andiamo, ma per le otto debbo essere a casa. Ho una cena…”. Bene, si va… E così, come due fumetti viventi, ci incastriamo nella sua 500 bianca (io due metri per cento chili, lui poco meno in entrambe le dimensioni) e corriamo a Milano per assaggiare vini. Appena entriamo, ci intercetta un suo amico più basso di noi ma ancora più in carne: ex chef, ex stellato michelin, venditore di vini, affabulatore e dal giudizio impietoso: “lasciate stare quelli e venite con me ad assaggiare…”. Ci trascina ed intanto ferma questo e parla con quello. Io mi stiro un po’ e comincio a guardarmi in giro e ad assaggiare. Ci consiglia l’abruzzese Tenuta Ulisse dal cui tavolino assaggio una piacevole e profumato pecorino terre di chieti igt 2011, un altrettanto picevole carasuolo d’abruzzo doc 2010 e un impegnativo montepulciano d’abruzzo doc Amaranta 2009. Mentre il nuovo amico intrattiene giornalisti e critici, ci spostiamo un poco ed approdiamo al tavolo di Masciarelli, dove ci facciamo sorprendere da un  trebbiano d’abruzzo doc del 2009, Marina Cvetic. Mamma mia! Buoni anche gli altri tre assaggiati: il trebbiano d’abruzzo dop 2008 Castello di Semivicoli e il montepulcino d’abruzzo 2005 Villa Gemma e l’omologo 2007 Marina Cvetic. L’Innominabile non si fa mancare niente: assaggia anche l’olio, mettendo un po’ in crisi lo staff Masciarelli (con che bicchiere!?). Niente da fare, ci riagguanta  il nuovo amico e ci indica il tavolino dell’azienda Terre di San Rocco. Lì abbiamo assaggiato un tot di vini veneti, ottimi, fra cui pinot grigi, merlot, pinot bianco, verduzzo… tutti vini con personalità, caratterizzati da lunghe maturazioni ed affinamenti, profumi e sapori terziari anche nei bianchi. Vini che hanno note minerali e meno frutto… da riprovare. Scocca l’ora della zucca e si deve tornare indietro. Non prima di aver assaggiato i vini di Medici Ermete, fra cui un notevole lambrusco rifermentato in bottiglia; e i vini degli amici delle Cantine Leonardo da Vinci, sempre buoni: un brunello di montalcino docg 2008, un chianti riserva docg 2009 e un rosso di montalcino 2010 doc… e poi via: due bassotti nella 313… aha ahha 🙂

ps Cosa dire del Salone? Mah, che a primo acchito sembrava un’occasione mondana, dato il vario e colorito pubblico di occasioni simili (un mix di eleganza tradizionale e moderne interpretazioni dello stile). Ma i produttori erano invece molto concreti nel chiedere: chi è? Cosa fa? Molti sembravano alla ricerca di chi il vino lo vende e lo compra (e magari lo paga in tenpi utili)… Un mix, dunque, fra un’occasione mondana e l’approdo al mercato milanese. Le cantine non avevano infatti pagato poco per esserci: poco meno di due mila euro per postazione (un metro lineare circa). Certo il blasone della Manifestazione c’è, ma poi il vino si deve vendere…

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