In Franciacorta per le bollicine

Credo sia una delle zone vitivicole più famose d’Italia. La Franciacorta. Là si fanno milioni di bottiglie di vini spumeggianti, frutto di fermentazione in bottiglia. Là ci sono aziende assai note, vanto dell’italico ingegno, se un po’ di retorica mi è consentita. Là ci sono chilometri di vigneti e appare chiaro (cosa che in certe zone dello Champagne non lo è) che di vino se ne fa. E molto. Là si sono dati convegno, domenica scorsa, per il Festival di Franciacorta migliaia di appassionati di vino, ma ancor più di vini “con le bolle”!
Fra questa moltitudine variegata: famiglie e gruppi di single di entrambi i sessi (e di vari orientamenti sessuali immagino), giovani in stile casual e meno giovani in stile finto casual, tacchi vertiginosi e scarpe da ginnastica, jeans e minigonne, suv e roadster… Nella massa anche noi: io, il Duca Bianco, Capitan Picci ed Alberto Claudio. Ospiti di due ottime ma non poi così note aziende della Franciacorta: Castello Bonomi e Mirabella.
In entrambi i casi belle aziende ed ottimi vini. Ne abbiamo assaggiati tanti e le sfumature erano davvero sfumature. Profumi e sapori si differenziavano in virtù del blend (chardonnay e pinot nero in primis, ma anche pinot bianco) e in virtù dei mesi passati in fermentazione anaerobica e ancor prima in cemento o acciaio o in barrique. Fra tutti, mi sono piaciuti in particolar modo i due rosè: quello di Bonomi (pinot nero al 100%) e quello di Mirabella (chardonnay, pinot nero e pinot bianco): più facile il secondo; ottimo il millesimato 2007 Dosage Zéro di Bonomi ed eccezionale il nuovo Dom di Mirabella. Ma, poi, tutto il giorno è stato un susseguirsi di sole, bicchieri e perlage, spuntini, chiacchiere, panorami e cantine di Francicorta. Difficile dire chi era più felice: il vino buono, la festa, il sole, la natura, gli amici o noi che ci godevamo un ottimo assemblaggio di tutte queste bellezze!

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