Il vino, poco, non è colpevole…
Riporto questa notizia, perché sul finale è sensata: non allarmistica e priva di fondamento, ma ragionata… Leggiamo: “I numeri allarmanti del bere tra i giovani sono stati resi noti durante la presentazione della nuova campagna del ministero della Salute “Alcol Snaturato”. Tra i maschi prevale il consumo di birra, mentre le ragazze preferiscono gli aperitivi alcolici. I dati hanno evidenziato la responsabilità della famiglia nel consumo: il 22,8% dei ragazzi che vivono in famiglie dove c’è almeno un genitore che eccede le raccomandazioni nell’uso dell’alcol ha abitudini alcoliche non moderate, mentre la quota scende al 18,7% se il consumo in casa rientra nella “normalità”. L’analisi dei comportamenti a rischio – rivelano i numeri dell’Iss – mostra che… il 2,7% dei ragazzi (tra i maschi il 3,3%, tra le femmine il 2,2%) hanno praticato il cosiddetto “binge drinking”. Con il risultato che il 17% di tutte le intossicazioni alcoliche che arrivano al pronto soccorso riguarda ragazzi e ragazze sotto i 14 anni. I giovani italiani cominciano a bere sempre più presto, si ubriacano di più e vedono l’alcool come un elemento cruciale per la socializzazione. È il preoccupante quadro tracciato dall’Ocse… Nonostante lo scenario allarmante dipinto da Iss e Ocse, in Italia il consumo di alcool resta basso rispetto a quello registrato dagli altri Paesi occidentali: 6,1 litri pro capite all’anno, in media, la cifra più bassa fra i Paesi Ue. Ben al di sotto di Francia (12 litri), Germania (11) e Spagna (9,8), e con un calo di oltre il 40% rispetto all’inizio degli anni Novanta. La composizione di questo consumo è inoltre fortemente sbilanciata a favore degli alcolici meno forti, con il vino che rappresenta quasi i due terzi del totale, seguito a distanza da birra e superalcolici. Un mix, secondo l’Ocse, “di minimo rischio” per la salute pubblica complessiva”.
E già, “minimo rischio”.
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