Il vino filobirra (quasi)

Da anni frequento il vino e parte del vario mondo che gli gira intorno: appassionati, degustatori, sommelier, giornalisti, enotecari, produttori… e per anni l’impressione è stata quella di “gente che se la tira”, per dirla in gergo: un gran roteare di bicchieroni, pomposi annusamenti e deglutizioni sanzionatorie… e poi soldi, molti, e taglieggiamenti vari (e un tot per il parcheggio e un altro per un cibo e poi l’ingresso e le degustazioni…). Eleganza, formalità…

Diverso panorama alle degustazioni della birra: giovani birrai sperimentatori, giovani bevitori in jeans, capelli strani, magliette e giacche improbabili, grafiche sorprendenti, birre assai sperimentali…

Un’atmosfera simile l’ho trovata però anche nel vino, a partire da Critical Wine, La Terra Trema e Vinnatur e, oggi, a la Sorgente del Vino. Gente rilassata, atmosfera informale e pochi soldi… Tutto in nome del biologico, del naturale, dell’artigiano, del biodinamico… Ad uno sguardo superficiale, mancano all’appello i “garagisti”, gente che fa il vino con maniacale cura, paragonabili agli alchimisti buoni dei microbirrifici… Ad Agazzano, però, ho sentito parlare di botti di acacia e di castagno, fermentazioni lunghe, lieviti naturali. Sperimentazioni stile birraio… gente scapigliata anche nel vino!

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