Il tè non esiste: viva il tè!

Se pensate che il vino sia complicato: tipologie autoctone, vari età internazionali, ibridate, tecniche di vinificazione molteplici; se pensate che gli stili birrari siano un dedalo di nozioni da memorizzare moltiplicate per le diverse fermentazioni; se pensate così, provate ora con il tè. Anche qui complessità… terroir, fermentazioni, tipologia di piante…

In genere si pensa però al tè come ad un prodotto semplice, univoco, frutto della lavorazione delle foglie di una, forse due, tipologie di piante: la Camellia Sinensis e la Camellia Assamica. Quest’ultima, una specie autoctona dell’India, mentre la prima è l’erede dei semi portati in India da Robert Fortune, nella metà dell’Ottocento. Quando gli inglesi vollero trasformare il consumo tradizionale del tè cinese in un business mondiale. E l’India divenne così la piattaforma agricola di detto affare globale. Ben riuscito in effetti, visto che il tè è la seconda bevanda consumata al mondo, dopo l’acqua. Gli inglesi dettarono le regole. E da allora (in realtà un po’ dopo, nel 1935) si definì che il tè è ricavato dalle foglie della Camelia Sinensis (cinese in latino, chiaro) e non da altro. Ah sì, c’è anche la Camelia Assamica, ma dà prodotti di monor qualità e dunque è come ci fosse o non ci fosse.

E’ un po’ come è successo con la canna da zucchero che gli spagnoli portarono nelle Antille e da lì zepparono il mondo. O come succede ogni giorno con i prodotti della tradizione italiana: il parmigiano canadese, l’asiago del Minnesota, la mozzarella tedesca. Chi definisce cosa? Il mercato o il produttore?

Il complicato ora è che la Cina si è affacciata al mondo ed ha circa 10mila genotipi di tè da proporre al mercato. Sì, non tutti buoni. Sì, non sempre coltivati a regola d’arte. Sì, molti non mai usati o non più usati (vedi le mele in Italia). Sì, insomma molto e questo anticipa i problemi che si porranno in futuro: comunicazione, legislazione e nel contempo giustifica il rinnovato interesse per il tè. Una bevanda che molti danno per scontata, ma tale non è. Vedremo.

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Intanto una precisazione: da dove traggo queste informazioni? Dall’incontro che ieri ha tenuto a Verbania Marco Bertona, dell’associazione ADeMaThè, nelle sale di Villa Giulia, sede della X Mostra della Camelia Invernale. Interessante.

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