Grande o grosso? Il problema del nome Nebbione

Sono sempre stato alto, fin dalle elementari. Secco e alto. Un tale più grande mi chiamava “chilometro”: allora mi infastidiva, ma lui era un prepotente; oggi capisco che gli scocciava perché era più piccolo. Poi sono ingrassato e qualcuno si è messo a chiamarmi “riccardone”. Non che m’interessi molto ora, ma un po’ mi dà fastidio. Sento infatti tutti i nomi in accrescitivo ammantarsi di altri significati: “riccardone” come grosso e non grande, come grosso e un po’ “ciula”, come grosso e un po’ “grossier”…
Per cui, quando ho letto del Nebbione, un nuovo progetto di spumante a base di uva nebbiolo, un po’ di domande me le sono fatte. È un bel nome? Non porterà con sé fraintendimenti? Sono solo io che intendo così gli accrescitivi? E poi: Nebbione e non Nebbiolone, grossa nebbia e non grosso nebbiolo… giusto?
Se il nome mi dà da pensare, il vino mi sembra però una buona idea: leggo sulla mail inviatami dall’Ais Piemonte che “NEBBIONE è un’idea, un progetto, un vino… è il frutto innovativo e sorprendente di una ricerca rigorosa applicata al grappolo di uva Nebbiolo , effettuata dall’enologo Sergio Molino , con l’obiettivo principale di migliorare la qualità dei vini DOCG a base Nebbiolo – eliminando cioè le parti del grappolo che meno si adattano alla produzione di grandi rossi. La sperimentazione lo porta ad accorgersi che il grappolo, privato della punta inferiore ( le cui caratteristiche si presentano più simili a quelle di un’uva bianca ), permette di produrre un Barolo DOCG, o un Gattinara DOCG, di migliore qualità. Di qui nasce l’intuizione, l’idea innovativa: produrre, con ciò che rimane a terra, un metodo classico pregiato; un extra brut vicino ai più grandi spumanti francesi per concezione, vinificazione, qualità… nel 2010, dà inizio al progetto NEBBIONE… un metodo classico 100% nebbiolo che staziona 40 mesi sui lieviti. E’ un marchio registrato, è un logo, è un aggregatore di aziende… il lancio ufficiale delle vendite avverrà nel mese di ottobre 2015. L’uscita sul mercato, curata singolarmente dalle aziende…”. E che aziende hanno da subito partecipato al progetto? Bei nomi: CASCINA BALLARIN, La Morra, con il suo: Punte dei tre ciabot; FRANCO CONTERNO, Monforte d’Alba, con naPunta; LA KIUVA, Arnad , con Traverse; CANTINA REVERDITO, La Morra, e il suo Nebbione Reverdito; RIVETTO, Sinio, e il Kaskal; infine il mio quasi conterraneo TRAVAGLINI, Gattinara, e il suo Nebolè.
Aspetto di assaggiarlo questo bel Nebbione, augurandomi che i dubbi linguistici (magari solo miei) vengano superati dai fatti e dai consumatori.

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