Giano bifronte

IMG_0105Ci sono vini che sono come antiche, misteriose divinità. Come un Giano bifronte, essi appaiono contraddittori. Portatori del buono e del cattivo: insieme. E non si sa quale aspetto prevalga. Uno di questi è il bianco ribolla Anfora di Josko Gravner, annata 2002, costoso magnum (120 euro), Venezia igt. Io lo conoscevo già: famoso vino dell’anfora, biodinamico; famoso e caro. Prima ancora di assaggiarlo. Sorprende, è un vino “da masochisti” come mi ha ricordato Carlo (definizione mia), ma nel complesso mi è piaciuto: “profumi minerali, agrumati e anche un po’ vegetali –scrivo nelle mie note- asciutto in bocca, leggermente tannico. Nel complesso morbido, nonostante la buona acidità”. Voto totale, metodo Maroni, 75 (26 di consistenza, 26 equlibrio, 23 integrità). Ne avanza una mezza bottiglia (bottiglione) ed Andrea me lo dà. Lo faccio assaggiare, il giorno dopo, a Monica che lo stronca: “assenza di profumi –scrive nelle sue note- si sente solo l’alcool. Ricorda un vino invecchiato (lo è ndr). In bocca è amarognolo e ha un che di sapido”. Monica, senza essere influenzata, scrive di “una nota di piccante. Persiste l’alcool”. Conclude: “non mi è piaciuto affatto”. Buono o cattivo? Giano bifronte.

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