Febbre a 40!

Tre giorni a rimestare riso alla zucca, a bere e mangiare disordinatamente, smodatamente… a stare all’aria aperta. Ed ecco, subito, arrivare l’influenza e un po’ di giorni fuori fase. Mentre poltrisco a letto, penso alle cose fatte durante la festa del paese. Penso anche alle cose assaggiate e bevute. Di vini ne ho bevuti assai: ho sorseggiato quello che davamo via con il risotto (una barbera del Monferrato senza infamia e senza lode); ho tracannato veloce quelli proposti nei vari ristoranti frequentati (compreso un vino umbro, un sagrantino di montefalco, vendutomi con un ricarico eccessivo); e ho assaggiato con generosità quelli proposti sulle bancarelle del mercatino (soprattutto vini piemontesi). Di quest’ultimo gruppo, mi è piaciuto, in particolar modo un vino emiliano che il suo creatore faceva assaggiare con il parmigiano e i ciccioli di maiale (una signora li ha voluti comprare! Non gli interessava il vino, ma gli interessavano i ciccioli!). Il vino, membro di una triade (lambrusco amabile e malvasia) era il Rivellino dell’Azienda Agricola Quarticello di Roberto Maestri, di Montecchio E., provincia di Reggio Emilia. Un lambrusco frizzante poco alcolico, 11°, che si fa bere facilmente: ha bella spuma colorata, profumi fruttosi, in bocca non è amabile ma neppure secco: abboccato. Ha comunque una sua vena di freschezza che lo fa piacevole, adatto per accompagnare cibi saporiti, salati e sapidi (vedi un po’, come i ciccioli e il parmigiano). Ne ho bevuto una discreta quantità: ottimo! Non finirà mai su una guida, ma a mio padre a cui l’ho fatto assaggiare ha regalato un breve sorriso nel suo “dì tardo traendo”.
Visite: 1572

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *