Fantasmi

Il paletto steso sullo spartitraffico è vergato di rosso. Rosso come la mia auto. Mastico un malox cercando di tenere a bada nausea, acidità e sonnolenza, mentre guido. E ricordo l’ambulanza nella notte ed io che arrivo a casa di S* e trovo lui e F* già stonati. Gira del vino buono e me ne faccio due o tre bicchieri; poi sale il vicino di casa e ci invita sotto, con la famiglia, a bere del loro prosecco. Cerco di essere brillante, S* ed F* sono di casa e dicono un sacco di sciocchezze. Li trascino via e si va a cena. Da un amico. Mangiamo due cose ma beviamo bene e molto: champagne e poi altro. E poi -e i ricordi sono vaghi- finiamo in un locale per giovani e mi ritrovo in mano un gin tonic. S* fa il brillante con una ragazzina e, mentre il mondo m’appare una fantasmagoria di luci, ecco che un ragazzo con la felpa vuole picchiare F*; mi metto in mezzo, cerco di essere lucido, e poi chiedo aiuto ad S* e così trasciniamo via F* che vuole spiegare, capire, offrire a bere a tutti… Bestemmie ed insulti, forse sogno un “vecchi ubriaconi”. Forse. Via, però, prima che finisca male: per loro e per noi. Santa Teresa proteggici. Via, via. Poi si fanno vaghi i ricordi e un bar dopo l’altro, nella notte, ci troviamo a mangiare una pastasciutta rossa. E birra, molta. So di essere andato via, almeno credo. Scivolato nella notte ed ho ancora dentro l’immagine dell’ambulanza. Un fantasma?

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