Don Sergio Chiesa e la Dieta Seignalet

Di lui me ne aveva parlato in termini poco lusinghieri il fu farmacista di Omegna, persona intelligente ancorché tenacemente democristiana. Una bella persona, lo ricordo volentieri, ma bella persona è anche don Sergio Chiesa che fu parroco massimalista (e fazioso, secondo il primo) negli anni Settanta a Crusinallo (di lui si ricorda la vendita dell’inutilizzato organo della chiesa), molto impegnato nel sociale. 

Ora è molto impegnato nel mondo dell’alimentazione, dopo la dieta Kousmine con cui, si dice, tiene a bada una sua malattia degenerativa; ora l’ho ritrovato alfiere della dieta Seignalet (Dieta Seignalet – Associazione Cibo è Salute). Una dieta che può curare anche se non guarisce molte “malattie infiammatorie croniche, ma anche malattie autoimmuni”. La sua azione gratuita nei confronti dei malati è forse figlia dell’impegno politico degli anni che furono, con l’appoggio che dava agli ultimi che all’epoca erano gli operai e gli immigrati nell’industriale Crusinallo di Omegna. Un’attitudine direi. 

La dieta Seignalet attira molti irrazionali, ma al contrario è assai razionale e pretende una adesione totale, tutta la vita. Ha tre cardini fissi e se ne frega di tradizioni ed abitudini. Ti promette un paradiso in terra come lo prometteva il comunismo, ma è certo altra cosa. Chi è malato ha diritto di curarsi. 

Difficile immaginarsi una vita senza formaggi e latticini, senza fritti e grigliate, senza cereali noti. Insomma: senza pastasciutta, senza carni alla griglia e senza pizza… Chissà cosa direbbe il farmacista?

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