Dolci, viaggi, poesie e ballerine

Dolci, viaggi, poesie e ballerine

Elena mi ha regalato un libro: “1001 cibi da provare nella vita”. La ringrazio e spero di poter ricambiare la sua gentile generosità. Intanto lo sfoglio e, pochi minuti fa, un vortice di ricordi mi ha preso. Partendo dalla Torta della Foresta Nera, la Schwarzwalder Kirshtorte: grosse fettone pannose, stratose, dolci e sazianti che trovai in un negozio della stazione di, forse, Colonia. Dopo giorni di Nord estremo con i miei, occasionali, amici dell’InterRail; dopo i lunghi digiuni da risparmio viaggiatorio; dopo i mezzi panini e le birrette… eccola apparire lì: alta, ricca, saziante e… a buon mercato! Allora mi sembrò la cosa più buona e ancora adesso la ricordo con piacere e faccio fatica a pensare male di un popolo che fa dolci così.

E intanto giro la pagina e trovo la Pavlova, un dolce neozelandese ed australiano; e mi ricordo di Londra, zona Golders Green, anni fa. Forse lo stesso viaggio. Fuori dall’Ostello si girava a sinistra e si saliva lungo una strada ricca di verde e di pub e di vecchie case. Su di una leggevo, ogni volta, che lì aveva vissuto Anna Pavlova, ballerina russa. Ballerina che ritorna in una poesia d’amore che stava con altre in una raccolta che sfogliavo continuamente ai tempi dell’università:

Vieni, compiangiamoli quelli che stanno meglio di noi. Vieni, amica, e ricorda che i ricchi han maggiordomi e non amici, E noi abbiamo amici e non maggiordomi. Vieni, compiangiamo gli sposati e i non sposati.
L’aurora entra a passettini come una
dorata Pavlova, E io son presso al mio desiderio. Ne ha la vita in sé qualcosa di migliore Che quest’ora di chiara freschezza, l’ora di svegliarsi in amore”.

(Soffitta di Ezra Pound)

Quante cose in un libro di gastronomia!

 

Visite: 1844

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *