Un piccolo brivido al pensare che, forse, qualcuno scatta delle foto per archiviare chi è intervenuto alla proiezione. Siamo infatti nel mentre di un diffuso e in diffusione movimento animalista. Qualcosa che preoccupa le industrie dell’agroalimentare e i politici a loro collegati.

La visione del documentario “Cuori Liberi” rende infatti testimonianza di un movimento sotterraneo che si sta ampliando e che rappresenta una critica diretta al sistema industriale che schiavizza gli animali, diventati cose e non esseri viventi. Una critica in potenza distruttiva di ricchezze, dividendi, sistema di produzione… miliardi di animali asserviti e rinchiusi e schiavizzati. Il maiale è l’emblema di questo sfruttamento e non per niente è il “protagonista” del documentario che ripercorre una brutta pagina nazionale. Quando la forza dello Stato si è abbattuta su un “santuario” animalista. Uno della rete che spontaneamente sta nascendo nel mondo. Animalisti, vegani, visionari… magari non da seguire pedissequamente, ma certo da ascoltare. E certo non da combattere con la forza. La stessa forza che non si usa nei confronti di chi, grande allevatore, non adempie alla legge. Deboli coi forti e forti coi deboli: non è una bella storia. E poi perché sprecare tanti soldi pubblici, perché non cercare un accordo?
La politica locale e nazionale, infine, non ci fa una bella figura: incapace di cercare delle risposte, di elaborare strategie, di ascoltare… prona alle logiche della grande industria alimentare. Uccidere, dare sussidi, rinchiudere di nuovo… sono immagini forti, soprattutto quando la violenza si abbatte sugli animali.
Non vi ho raccontato nulla? Vero, ma il documentario va visto e poi ognuno tragga le sue conclusioni (se ce ne sono, ovviamente).