Anni Ottanta

A riprova che la cucina italiana non è immobile ecco le foto di un articolo dedicato alla cucina degli anni Ottanta del secolo scorso. Anni Ottanta e Novanta, direi: il tempo dei socialisti, dei rampanti yuppies, della Milano “da bere”. Anche in provincia si trovavano questi piatti e qualcosa si trova ancora, poco: Cocktail di gamberetti, Vol-au-vent, Pennette alla vodka, Risotto allo champagne, Scaloppine al limone… Soprattutto il Cocktail era molto diffuso anche nella ristorazione popolare; raro invece il Risotto alla champagne anche perché -se sincero- assai caro e, aggiungerei, assolutamente inutile dal punto di vista gustativo: sola esibizione di denaro da sprecare; si trovano ancora invece la Scaloppine o i Vol-au-vent. Ma poco. 

A fianco dei piatti i vini: Mateus, Lancers e Capsula viola… anche questi assai diffusi e di moda. I primi due oggi sono ancora venduti ma per nulla alla moda direi. Il terzo non lo vedo da anni. 

Cosa dire dunque, oltre al folclore di un’Italia lontana? In primo luogo che la cucina italiana non è un monolite, si muove, cambia; è mimetica della società che rappresenta; poi che a mutare sono soprattutto gli ingredienti, il lessico della cucina, mentre poco muta la struttura dei piatti, la sintassi: risotto è risotto, la carne è sempre cotta allo stesso modo, la maionese è quella… Per trovare cambiamenti strutturali, si dovrà arrivare al pesce crudo e alle suggestioni asiatiche dell’oggi. Insomma, la cucina italiana è una tradizione ferma con gli ingredienti in movimento e chi la vorrebbe ferma ed immobile la condanna ad un ruolo museale. Alla noia.

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