Come una spina in gola

Da bambino presi un grande spavento, a causa di una spina di pesce che si era incastrata in gola: né le pacche di mio padre né i rimedi della mamma sembravano aiutarmi, mentre il senso di soffocamento e di fastidiosa impotenza cresceva. Poi, tutto finì. Ma da allora mi ricordo bene, e ritorna, la sensazione, leggera, del fastidioso spino in gola. Una sensazione simile l'ho provata, quando ho letto della partecipazione del Distretto Turistico dei Laghi di Stresa ad Identità Golose di Milano. La Fiera dedicata ai cuochi e ai professionisti del settore. La Regione Piemonte, almeno così sembra, ha comprato uno spazio e lo ha offerto alle varie Atl, affinché ne facessero quello che volevano. Il Distretto dei Laghi ha mandato un po' di mail in giro e ha organizzato una comparsata assai discutibile. Che senso ha avuto, infatti, andare in un consesso di cuochi -anche un po' snobbosi essendo Identità Golose e non un convegno Fic- ad offrire risotti e bicchieri di vino? Con lo stesso stile, absit iniuria verbis, di una festa di paese, di una promozione da fiera aperta al pubblico, da supermercato… fondine di plastica, posate di plastica e un risotto abbondante e tradizionale… qualche salume tipico e qualche formaggio e qualche bottiglia di vino. Il tutto probabilmente offerto dai produttori. Questo a chi e a cosa avrebbe giovato? In un consesso del genere si va per promuovere fra i cuochi l'uso di qualche prodotto particolare, tipo bettelmatt per capirci. E lo si impreziosisce, lo si presenta bene; in una fiera così si può andare per contattare i selezionatori di prodotti di cui sopra, dei venditori… ma cosa c'entra il risotto? In una fiera così si va per incontrare i giornalisti del settore e promuovere per mezzo di loro le eccellenze culinarie del territorio: cuochi stellati, ristoranti famosi, percorsi enogastronomici… eppure non ho letto che abbiano fatto ciò: né cuochi stellati né altre glorie, ma solo i volonterosi volontari della Fic locale. Con i loro risotti, trecento porzioni, cioè trenta chili di roba anche meno, presentati nella plastica… Io pensavo così e sentivo un fastidioso pungere in gola, come quando ero bambino. Poi, un amico che mi ferma e si mette a parlare del più e del meno. Giornalista, comunicatore enogastronomico (e mio rado lettore), che mi dice “ma che figura avete fatto voi del Lago, voi piemontesi ad Identità Golose… sembravate spaesati, messi lì per caso, finiti lì per caso… lo stand sempre semivuoto e una così brutta presentazione”. Ma di che? Aggiungo io. La presentazione di che? A chi?

“Forse ai giornali locali -ma ha suggerito l'amico- che hanno riportato il comunicato, diffondendo l'idea che sia stata una cosa giusta e che il Distretto abbia fatto una buona cosa, senza buttare via soldi pubblici”. Non so nulla di cifre e neppure voglio saperlo, però il tutto mi sembra davvero una cosa senza senso (e non solo a me). Al di là dei proclami. 

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