Cirio e Marnati e le Auto Elettriche

In due giorni ho sentito due discorsi di scusa da due diverse persone: il presidente Alberto Cirio della Regione Piemonte e il suo assessore Matteo Marnati. Entrambi hanno cercato di spiegare perché si era arrivati al paventato blocco dei diesel euro 5. Il primo lo ha fatto all’inaugurazione del Festival delle Sagre ad Asti, l’altro alla Festa dell’Uva di Borgomanero. Due situazioni informali, ma adatte per parlare al popolo. Il primo ha spiegato bene che la scelta è stata fatta di fronte ad un imperativo della corte di giustizia europea che aveva accusato le amministrazioni della Pianura Padana di  aver fatto poco per diminuire l’inquinamento ed avrebbe così  imposto da subito il fermo dei diesel euro 5. Di fronte a questa imprevista (?) sentenza, la Regione avrebbe avuto l’appoggio degli onorevoli locali e del Governo nazionale che avrebbero ottenuto una deroga al 2025 perché l’impegno c’è stato. Ed ha citato il cambio del parco mezzi pubblici, l’aumento delle auto elettriche (ma come, le tanto vituperate auto elettriche?), il bonus 110 (ma dai, anche questo?). Insomma, secondo Cirio, abbastanza per convincere i partner europei del nostro impegno. Marnati, invece, ha raccontato la solita storiella dell’Europa matrigna (ma i nostri parlamentari che ci stanno a fare se così fosse? E i primi ministri? E i rappresentanti dei parlamenti?). Nessuna spiegazione. Ma neppure Cirio ha spiegato tutto, in effetti. Non si sapeva? Cosa non si è fatto? Perché? Boh!? Più facile dire “colpa dell’Europa”, senza ricordare che le decisioni le prendono i Paesi che la compongono e che la UE non ha un potere sovrano.

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