L’aria della Val Vigezzo spira nella mia stanza e mi porta echi di storie diverse… Un giovedì delle settimane scorse, l’ONAS m’invita ad una serata degustazione. Assaggiamo della Mocetta di asino assai saporita: quindici giorni di macerazione con salamoia e spezie. La salamoia si fa sentire, troppo. Da palati forti con vini grossi e morbidi, stile Sicilia per capirci. Poi si assaggia un Prosciutto della Val Vigezzo “dimenticato” per trenta mesi. E’ un prosciutto di maiale affumicato con il legno di faggio, spezie e sale. In bocca è leggermente amaro ed affumicato. Buono, ma anche qui palati abituati. Anche qui un bel rosso morbido. Per finire, un Filetto baciato di agnellone, saporito e deciso (e meno male che c’è il lardo interno ad addolcire), ed un fresco, troppo fresco, Violino di capra profumato di macis, di spezie, di pepe. Rosso e da strappare in stile barbaro. Non erano dichiarati i produttori, ma sicuramente si trattava di salumi assai particolari. “Di nicchia” si sarebbe detto anni fa…
Non ti trovo mai del tutto convinto della Vigezzo Valley e dei suoi prodotti 🙂
Non ti trovo mai del tutto convinto della Vigezzo Valley e dei suoi prodotti 🙂
Ma no, cerco solo di suscitare il dibattito e di abbattere le frontiere del provincialismo…
In sostanza provochi un po’… Giusto, sono d’accordo, stimola il dibattito. Altrimenti sai che blog piatti e noiosi 😛
Leggo i titoli! Woow, Firefox…