Anni Novanta…

Un decennio pessimo quello degli anni Novanta. Per me, ovvio, non parlo per gli altri. Amore niet, sentimenti niet, viaggi pochi, soddisfazioni pochissime, musica inascoltata… Salvo solo il vino: ho incominciato ad appassionarmi di vino verso il 1994. E il primo ricordo che ho è un convegno sul ghemme doc, in sala consigliare a Ghemme. Presenti, quelli che rammento, Eugenio Alunno, lo chef Preda, Franco Rottoli, Luigi Patrone… ed un simpatico sindaco che di cognome faceva Uglioni… assaggiammo le annate del 1989 e quella –mitica- del 1990. Io preferivo la seconda, Luigi la prima. Mi piacque così tanto che ne comprai un po’ di bottiglie: le ho bevute negli anni a venire, sempre con mia ed altrui grande soddisfazione. Forse in qualche recesso ne ho ancora un paio. Promesso: le aprirò al mio funerale: è infatti un vino che tiene tanti anni il ghemme docg (sì, la “g” gliela hanno aggiunta poi). Posso avere una vita assai lunga! Intanto, grande piacere mi ha fatto (ri)assaggiare il ghemme doc 1990 di Mirù. Un vino che profumava ancora, dopo diciotto anni, di frutta, una lontana ciliegia/frutta rossa/mora. Prevalevano dunque le note tostate, di caffé, di forse cuoio, di forse tabacco… profumi terziari. In bocca era ancora fresco, quasi aggressivo, quasi giovane, ancora un pochino tannico. Buono, commovente, un piacere unico… E pensare che il decennio prometteva così bene!

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