Andare a cena per scoprir sè stesso

Andare a cena per scoprir sè stesso

Andare a cena e scoprire di sé molto di più che da una chiacchierata con un prete o con uno psicologo freudiano… Scoprire per esempio di essere un moderato conservatore a cui piacciono le forme usuali, le certezze della tradizione, ma anche un poco d’innovazione… a cui piacciono ancora il gioco, il ludico… a cui dà piacere il ricercato intelligente e non banalmente pacchiano…

Non mi saprei definire: borghese? europeo? italiano del nord? italiano tout court? Boh!?

Lunedì scorso sono andato alla serata di benficenza “Le stelle del lago”, edizione 2012. Sede, Hotel Approdo Pettenasco (Novara). Si trattava di una cena di beneficenza cucinata da cuochi locali che si fregiano della “stella Michelin” (o più di una), con ospiti a loro pari (quest’anno Massimo Bottura, consideratao da molti “il migliore”) o astri nascenti locali (Stefano Allegranza de La Stella di Domodossola). I cuochi erano Paolo Gatta del Pascia di Invorio, Marta Grassi del Tantris di Novara, Antonino Cannavacciuolo del Villa Crespi di Orta San Giulio e Luisa Marelli Valazza de Al Sorriso di Soriso. Cosa hanno preparato? Grandi piatti, tutti. Ma a me alcuni sono piaciuti di più. E tutti quelli che mi sono piaciuti erano collegati da una logica che ho scoperto esser mia, interna a me.

Per esempio, ho gradito assai il piatto di Gatta, gli Gnocchetti al topinambur, olive taggiasche e triglie di scoglio, perché a loro modo un’interpretazione creativa ed intelligente (il topinambur) della tradzione. Poi, ho gradito Il “Tournedos delle Stelle” realizzato dalla signora Valazza: un piatto tradizionale, ma reso particolare dal fungo e ottimo nella preparazione. Meno piaciuti (a me, ci tengo a dirlo) il Calamaro condensato, con giardiniera di verdure preparatao dalla signora Grassi; ed altrettanto si dica del Cannolo di ricotta di capra, crema ortiche e gambero di Sicilia realizzato da Allegranza: entrambi piatti poco tradizionali, destrutturati, da assemblare nella testa -prima- poi nella bocca. Saggi di bravura più che piatti da assaggiare, direi. E cosa dire del Croccantino di Foie gras realizzato da Bottura? O del Dolce al cioccolato di Cannavacciuolo? Simpatici giochi “pop”, piatti che dialogano con i modelli della cultura popolare moderna, riproponendoli, reinventandoli… piatti che sorprendono prima la testa e poi, non sempre, l’assaggio. Il Croccantino si presentava come un gelato su bastoncino,versione mignon: una cialda di foie gras lavorato, con nel cuore glassa di aceto balsamico e sopra ricopertura in graniglia di mandorle di Noto e ncciole Piemonte. Si poteva mangiare come un gelato. Buono, gradito. Il Dolce di Cannavacciuolo, invece, riperndeva il tema di quei cioccolatoni ripieni di crema bianca dolce, che si comprano nei luna park: sapete, quelli di forma cilindrica che sotto-dentro hanno un disco di meringa. Ecco, il suo era una sfera di cioccolato dorato. Dentro la crema bianca. Una striscia di cioccolata la legava visivamente -e la teneva ferma- ad un mattonciono di cioccolato fondente. Buono, ma troppo grosso, troppo contrastante, troppo dolce la crema e troppo amaro il cioccolato. E poi l’oro: era una citazione!

All’aperitivo ho preferito ostriche e piccole terrine alla ricca selezione di formaggi di Eros Buratti. Troppo per un aperitivo. Poco tradizionale.

E I vini? Molti e buoni: Champagne Steinbruck per l’aperitivo, Un verduz dal dis 2010 Marco Sara con il Croccantino, un Langhe Chardonnay Bel Amì 2008 Cantina Boroli con il Calamaro, un Colli Tortonesi Timorasso BiancoFranco 2009 con gli Gnocchetti, un Alto Adige Pinot Nero Riserva Montigi 2009 Cantina di Terlano con il Cannolo, un Ghemme docg Collis Breclemae 2003 Antichi Vigneti Cantalupo con Il “Tournedos”, il Piemonte Moscato Passito La Bella Estate 2010 Terre da Vino con il Dolce e poi, a seguire, Whisky Nikka Takesum 12 Y.O., Chartreuse Liqeur du9emme Centenaire e un Rum Caroni 12 Y.O.. Il mio vino preferito? Per facilit’ di beva, lo champagne e lo chardonney, per l’originalità il timorasso. Anche qui, oscillante fra tradizione ed innovazione 🙂

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