Addio camerieri

Mi spiace, perché mi sono simpatici e trovo facciano un bel mestiere. Ma i camerieri devono sparire. Intendo quei camerieri che portano vassoi e servono l’ospite seduto a tavola. Mentre servono, parlano al cliente ed il cliente risponde. In mezzo il cibo che si cosparge di goccioline di saliva: oggi è il kovid e domani chissà. Ma poi la gente ha finalmente capito che quando si parla si sputacchia. Prima, forse, non ci pensava, non ci faceva caso. Il futuro sarà dunque il servizio impiattato e coperto, al meglio. O solo impiattato. In alternativa, il vassoio centrale e il servizio autogestito dai clienti (grande spreco). Il cameriere sarà un portapiatti ma anche un sommelier, di vino, di acqua, di olio, di aceti, di birra… un venditore (forse, ma non classico). Forse, perché la comanda la farà direttamente il cliente, al tavolo, con il suo cellulare o il tablet aziendale. Il cameriere dovrà curare la proposta del menù, avere competenze di grafica, minime, correttezza ortografica e lessicale (l’arancio non si spreme né si usa in cucina, per fare un esempio), una infarinatura di marketing; avere buon gusto ed originalità nel sistemare la tavola e il centrotavola; gestire la sala: arredi, quadri, spazi… Il professionista di sala smetterà di essere cameriere. Oppure sarà solo un portapiatti. Alternative, in mezzo, non ne vedo. Sbaglio?

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