Su Marte non c’è Alternanza

Su Marte non c’è Alternanza

La mia scuola ha ottanta anni. Fin dal 1938, gli studenti alternavano scuola e lavoro. Allora la scuola finiva a fine maggio e ricominciava ad ottobre. Dando modo a tutti di fare la stagione piena. Fin dal primo anno. Migliaia di giovanissimi che se ne andavano da casa ad un’età in cui oggi non li fanno neppure uscire da scuola. Sofferto? Forse. Ma non sono morti e la loro razza non si è estinta. Da allora si è sempre lavorato: prima lavoro, poi stage ed ora alternanza scuola lavoro, con mille pastoie. La scelta è molto apprezzata: dalle famiglie, che notano la crescita (di autostima, di comprensione di sé, di emancipazione economica) che tale esperienza provoca nei loro giovani; dagli studenti, che la vivono positivamente, sia pure nella diversità individuale; dalla scuola, che mette alla prova gli insegnamenti e la bontà della docenza.

Ed ora qualcuno, pochi, protesta perché dice essere l’alternanza una truffa, una idiozia, etc, etc. Io invece vedo che è fondamentale per una scuola come la mia, una scuola alberghiera (sì, lo so: hanno cambiato nome… ma che noia!), o per scuole simili. Ma anche ai liceali serve. Una bella e costruttiva esperienza di lavoro dà loro concretezza, senso della realtà; crea rete di amicizie utili per il futuro; li fa essere un po’ meno “polli da allevamento” come spesso appaiono agli occhi di chi, invece, vive da tempo all’aria aperta!

Poi, per concludere: la fanno un po’ ovunque nel mondo. Sono scemi? Un pianeta di scemi. Meglio Marte…

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