Vini del Vallese

Un incubo: ricordarsi di un risveglio triste in un treno all’alba. Fuori dal finestrino, oltre la luce incerta, il corpo rotto, l’aria pungente ed aspra. E vigneti, irti ed appoggiati alla montagna… ma dove ero? Sarei dovuto essere già a Briga, da lì mi aspettava la coincidenza per l’Italia. Invece. Invece nella notte, in arrivo da Parigi, a Ginevra, assonnato, avevo preso il treno sbagliato: non un diretto, bensì un regionale. Mi ricordo che ero arrabbiato per l’allungarsi del viaggio, ma lo spettacolo era davvero notevole e mi ripromisi di tornarci. Cosa che ho fatto un paio di volte, sporadicamente, approfittando di gite culturali e curiosi itinerari dopolavoristici. Il vino mi ha sempre fatto un’impressione mutevole: freschi, magri, aggressivi e dai profumi fini, costosi; ottimi, eroici, rimarchevoli… comunque con personalità. Mi ha dunque fatto piacere incontrarli inaspettatamente a Domodossola, in piazza Mercato, in nome di un non so che “Gemellaggio” fra l’area del Parco Naturale dell’Alpe Devero e un suo omologo del Pfyn – Finges; c’erano tre bancarelle che distribuivano gratuitamente materiale informativo (con molti bei percorsi di trekking), assaggi di pane nero, formaggi, succhi di frutta e vino… ottimo vino vallesano. L’azienda era la FJ Mathiers di Salgesch ed in degustazione quattro vini: un fresco sauvignon 2014, poco caratterizzato, con note vegetali, magro ed acido. Un vino da montagna, adatto ad una cucina di pesce. Buono; poi una dolce ma non troppo malvoise flétrie del 2014, simpatica dolcezza da pasticceria secca, da aperitivo non impegnativo. Discreto; poi un merlot 2014 facile e fresco. Carni rosse o formaggi. Buono; e un Singularis, pinot nero vinificato in rosso, annata 2011, ottimo prodotto: “offrez-le pour un repas festif ou une occasion spéciale”. Ci sarà mai un’occasione speciale per assaggiare i vini del Vallese? Me lo auguro…

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