My personal kit

Italiana Survivor Kit dueChe carino questo Italian Survivor Gastronomic Kit: che carina l’idea, che carina la scelta dei prodotti, che carina la consapevolezza (vero o falsa, non importa) che il nostro comune mangiare “faccia sopravvivere” qualcuno in una qualsiasi occasione. Sopravvivere, chennessò, ad una dieta eccessivamente carnea stile americano, ai pasti precotti degli inglesi, alle creme e ai grassi dei francesi, alle spezie e ai piccanti piatti orientali… Uno si apparta in cucina e –via- ecco un piatto profumato e gustoso per sopravvivere ancora un poco, ma meglio. Bella idea.

L’ho trovato e fotografato (male) in un albergo e lì mi hanno detto essere di gran successo. Bella idea, ma qualcosa non mi convince: troppo sale (anche se di Mothia) e non c’è traccia di vino. Nel Kit, infatti, bene ci sarebbe stata una mezza bottiglia di vino. Scelta? Per vicinanza al sale, un vino siciliano; per vicinanza alla pasta, un bianco campano; per vicinanza ai pomodori (Cirio, il primo stabilimento lo aprì a Parma), un bianco emiliano…

Io, se dovessi sopravvivere ad una serata gastronomica noiosa o fuori logica, sceglierei di avere con me un bel bianco profumato e fresco come sanno esserlo i vini del Collio. Il resto del Kit mi va bene. Magari ci aggiungerei anche una bottiglia di acqua minerale, amo la Ferrarelle, e un dito di grappa o di fernet. Ma senza esagerare: un kit è solo un kit. È per le emergenze!

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