Libri a chili, ricordi a grammi

Ho comprato un paio di chili di libri a peso. In un centro commerciale. Libretti, gialli e giallini ed alcuni ricettari che mai userò (ricette troppo dificili, complicate…), ma che mi piace sfogliare e che -in questo caso- m'hanno riportato a galla frammenti di ricordi, sorrisi di ieri, momenti, istanti… un po' di nostalgia, insomma.
Nel volume uno de “La grande cucina del vino” (Trenta Editore, senza annata) trovo delle pagine dedicate a Daniel Facen, al Ristorante San Giovanni delle Formiche e all'azienda vitivinicola Tallarini di Gandosso. Tutto in quel di Bergamo provincia. Mi ricordo di Dennis, un amico sempre “blade runner”, che all'epoca lavorava per Tallarini. E mi ricordo decine di bellissime degustazioni, visite guidate in azienda (Bruno parla ancora di quella bottiglia dimostrativa con il manometro), le cantine, il ruscello… l'ottima pausa pranzo al San Giovanni. Non mi ricordo cosa si mangiò, ma mi ricordo che piacque a tutti (e in molti lo dicono ancora), così come mi piacquero i vini. Sul libro si propone il Tallarini Brut con Il trancetto di rombo fritto farcito con pomodoro confit; il Valcalepio bianco doc Fabula Tallarini con Il risotto con astice, porcini e crema di zucca; il Valcalepio bianco doc Arlecchino Tallarini con Le code di scampi arrostite con senape di Digione; ovviamente Moscato di Scanzo (un raro vino dolce rosso) con La piccola mousse di cioccolato con la sua salsa.
A distanza di anni penso che sia stato proprio un peccato che Dennis non abbia continuato a lavorare per la Tallarini: i vini erano (e lo sono ancora, credo) ottimi, avremmo potuto più compiutamente assaggiarli e poi, e poi una bella cena al San Giovanni, sulla collina. Non male…

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