Eh sì, Elena è nuda. Ma solo nella finzione narrativa, metaforica, per carità. E per di più nel suo traslato vinoso. Elena Zanetta, produttrice di vino in quel di Borgomanero (No) non appare nuda in alcun posto e in alcuna occasione. E’ solo che i suoi vini li associa a dei tessuti, per analogia, e lo mostra in etichetta. Il suo Colline Novaresi doc Nebbiolo, per esempio, lo associa al pizzo, la sua Croatina Colline Novaresi doc alla lana; la sua Vespolina Colline Novaresi doc al lino; e la sua Uva Rara Colline Novaresi doc al cotone; infine, il suo vino di punta, Elena, un nebbiolo in purezza che fa diciotto mesi fra barrique e bottiglia, è “nudo”. Per cui, declinando, Elena è “nuda”. Non starebbe neppure male, se ci è consentito dire. Ma nuda, comunque, non è…
Come sono invece i suoi vini? Discreti, direi. I loro limiti sono il bouquet e il corpo, ma sono tutti ben fatti. Migliorabili, ma ben fatti. Li ho assaggiati tutti non più di dieci giorni fa, approfittando della presentazione al pubblico della sua nuova sala di degustazione. Discreta la sua Uva rara del 2009, dai profumi un po’ chiusi e magra in bocca; meglio la sua Vespolina del 2009 dai profumi comunque leggeri; sufficiente la sua Croatina 2009 sempre scarsa di profumi e di corpo; idem per il suo Nebbiolo 2009, botte grande, da cui ci si aspetterebbe di meglio; un meglio come il già citato Elena che piace per le sue note di confettura, mandorla, fresco ma morbido in bocca. “Bel vino!”, direbbe il mio amico Luigi.
Elena è erede di una tradizione di famiglia, ultimi scampoli di un’agricoltura enoica una volta assai diffusa nel borgomanerese (in cui si festeggia ancora una oramai decontestualizzata Festa dell’Uva), che porta il nome di una chiesetta sorta nei tempi che furono fra i suoi di oggi filari: la Madonna dell’Uva (prega per noi bevitori!) che ha sede in via Vergano, 25 a Borgomanero. Un’azienda interessante, da seguire con attenzione. Io lo farò… nuda o non nuda, ahahahahaha.
