Il Significato delle Parole

Ecco, dovremmo accordarci sul significato delle parole. Cosa significa infatti la parola “trattoria”. Me lo chiedo spesso e penso che non ci sia una risposta: è come un brano di una poesia, un giorno di pioggia, una casa nel bosco… è pura polisemia. Lo scorso anno ho partecipato alla presentazione di un libro scritto anche da Arrigo Cipriani, personaggio noto, che ce l’ha con gli chef star e la loro libera creatività gastronomica. “Ritornare alle Trattorie” è il suo slogan. Cosa intenda ne parlo qui. Occhio però che io ne ho provata una di quelle consigliate nel libro. A Murano, la Trattoria Busa alla Torre. Proprio tradizionale negli interni e nei piatti proposti. Bella e si mangia bene. Non aspettatevi però nulla di “casalingo”: sono professionisti e si fanno pagare. Mi ricordo, e me ne ricorderò a lungo, di un piatto di “moeche” fritte: cioé granchi presi nel momento della muta. Piatto tradizionale e, aggiungo, assai costoso: cinque “moeche” per 25 euro! A cui ho poi aggiunto una quindicina di euro per il primo, venti per il vino (buono) e altre bazzeccole… se uno pensa che la parola “Trattoria” per Cipriani indichi un locale economico, si sbaglia di grosso. E non solo per lui, aggiungo.

Sono passato una seconda volta all’Osteria Della Villetta (dunque ancora meno, nel pensiero comune) di Palazzolo sull’Oglio. Ed ho pagato poco più di 50 euro per un buon pranzo a tre portate e per tre bicchieri di ottimo franciacorta docg prodotto da loro. Ci ho anche scritto una recensione stile Tripadvisor (ma che non pubblicherò mai). Eccola qui: “Si tratta di un ristorante di qualità che si presenta come una trattoria del secolo scorso: oggetti ed arredi oscillano infatti fra l’antiquariato e il modernariato, e sono tanti, quasi una raccolta etnografica; poi alle pareti disegni d’autore, stampe ed arte contemporanea, passione dei titolari. Il biellese Michelangelo Pistoletto fa capolino in ogni sala ed ha anche disegnato l’orto familiare, da cui arrivano gran parte delle verdure proposte. Loro anche il franciacorta docg proposto all’arrivo, da vigne di oltre trent’anni. Il ristorante si trova vicino alla stazione ferroviaria ed è dunque raggiungibile in treno ed ha un ampio parcheggio. Dispone anche di camere come B&B ed è vicino al borgo di Palazzolo sull’Oglio. La cucina è tradizionale, i piatti “della mamma” come ripetono spesso: lingua, bagnetto verde, minestrone, gnocchi, carni bollite… tutto curato, dalla presentazione (non esagerata ma pulita) al gusto, nulla è lasciato al caso: i piatti sono già buoni così come vengono presentati, ma si possono aggiungere olio di oliva evo (in gran parte di loro produzione), sale e pepe. Il menù è scritto col gesso su lavagne, all’ingresso e nei vari locali di cui dispone. C’è una buona scelta di vini, fra cui champagne. Un fresco dehors accoglie i clienti nella stagione calda”.

Visto che Osteria? Cipriani ed altri possono dire certo la loro, ma forse prima ci si dovrebbe accordare sui significati.

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