Sola sullo scaffale

Saltati tutti i programmi (cena con amici, cinema, serata al bar…) devo restare a casa, di sabato sera, solo con Filippo. Torno da una passeggiata sul monte Todaro e mi fermo così in un supermarket sulla strada. Dopo aver respirato l'aria fine di montagna per sei ore, il puzzo degli idrocarburi mi ferisce il naso. Ma quello è: è quello che respiriamo. Ogni giorno.

Entro e compro tre fette di fegato di manzo: le cucinerò alla veneziana “light”, con le cipolle ma meno della ricetta originale. E poi cazzeggio fra gli scaffali e mi soffermo davanti ai vini: molti, modesti, casuali… una bottiglia una mi colpisce: si tratta del pignoletto dell'Azienda Agricola Tizzano. Bell'azienda agricola dei colli bolognesi, proprietà di un ramo dei Visconti di Modrone che ho visitato un cinque anni fa con Umberto ed Andrea. Bei vini, bella azienda. Bottiglia solitaria. La compro. Euro 5,69.

Mentre ritiro la spesa, mi lavo, cucino il fegato, apparecchio… la bottiglia si rinfresca. Il vino è sempre lui: profumi delicati, pochi; fresco e gradevolmente equilibrato, poco alcolico… piacevole. Peccato per una nota finale di ossidazione, per i profumi pochi. Di che anno sarà? Non trovo la data, anche se dal lotto deduco che sia un 09. Due anni! Peccato non averlo trovato più giovane: sarebbe stato ancora meglio. E l'abbinamento con il fegato alla veneziana “ligh”? Ottimo: ne ho avanzato solo tre dita orizzontali. Segno inequivocabile…

Ma perché il pignoletto non è famoso come il prosecco? Boh… 

Visite: 1709

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *