Scatole piene di idee

Io adoro le scatole riempite di concetti. Mi piacciono, sono moderne. Sono oggettivizzazione di idee. Ammiro le scatole, i “kit” che trovo agli autogrill: pasta kit, barbecue kit, insalata kit… dentro c’è cibo già porzionato, macinapepe o macinasale, addirittura pentole in coccio o in metallo, scatole di salsa, condimenti… scatole in cartone finestrato o belle cilindriche in plastica trasparente… care ma comode, care ma carine, care ma oggetto regalo, care ma souvenir insoliti e graditi… belle idee.

Mi piacciono anche i “survivak kit” gastronomici che si trovano in alberghi e campeggi. E sono attirato dalle “schiscie” casalinghe fatte da contenitori termici, thermos, piccoli taglieri e fette di salume, insalate da condire… Mi chiedo perché non sia nato ancora un mercato di oggetti, prodotti e ricette che servano a chi mangia in ufficio, a scuola, in treno. Chennesò: piccole scatole termiche, piccoli forni a microonde, scatole ad incastro, coltelli e forchette da tasca, borse adatte a portare sia computer che contenitori, porta condimenti per insalate… Guardo i Giapponesi e penso con curiosità i loro “kit” da pranzo fuori casa, spesso sorridono.

Ho sorriso anch’io, quando ho letto del “Piola kit” ideato da Davide Scabin del Combal Zero di Rivoli. L’originale cuoco creativo ha infatto compiuto un’operazione culturale, dando forma di scatola da una tipica osteria piemontese: contiene carte da gioco, peperone con l’acciuga, tomino al verde, il bollito, la panna cotta… Si tratta, ovvio, del solito e bel gioco degli chef d’haute cuisine che prendono elementi della cultura pop (hamburger, quattro salti in padella, spaghetti alla carbonara…) e li rivisitano con gusto e competenza. Non senza ironia e -almeno nel caso del “Piola kit”- un po’ di nostalgia.

Nelle scatole, nei “kit” ci metti le idee che vuoi. Mi piace e si fa vendere…