Sabato Sebaste

Bello rivedere Mauro Sebaste dopo molti anni, credo siano sette; e bello soprattutto (ri)assaggiare i suoi vini. Vini che definirei da sabato. Non sono infatti da “tutti i giorni” per complessità e costi (a meno di accontentarsi di un bicchiere a pasto, allora sì che ci siamo anche per l’every day wine) e neppure da “domenica” non essendo super concentrati come i campioni della degustazione. Quei vini che ci impieghi un pomeriggio a digerire. I vini di Sebaste sono da serata elegante con fidanzata/moglie/amante/amica: due o tre bicchieri a testa, sorseggio medio e cibo ad accompagnare; oppure da pranzo con amici: cibo abbondante e bicchieri che danzano su e giù sulla tavola; o da domenica borghese: la mamma cucina e il figliolo arriva con il vino che il papà commenta… quasi che la capacità di scegliere i buoni vini passi con il dna… Gli ultimi vini di Sebaste che ho assaggiato, però, li ho assaggiati in una domenica sera. Al bar Tirovino di Omegna. Abbiamo provato un arneis 2014, figlio di “un’annata difficile” dal gusto pieno della frutta matura; poi un dolcetto 2014, ricco, asciutto, leggermente amarognolo sul finale, corposo, buono assai; il barbera d’alba cento bricchi superiore del 2013 spiccava per i suoi profumi pieni, frutta e note dolci. In bocca era corposo ed equilibrato. Buono; il nebbiolo del 2012 era proprio un nebbiolo: colori scarichi, bouquet discreto ma intrigante, piacevole; ed ancora, il barolo tresuri del 2010, in bocca fresco, asciutto, amarognolo nel finale, tradizionale, “da accompagnare le caldarroste” (accostamento pop ma valido); ed infine il moscato. Una bella domenica sera per tanti sabati che verranno.

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