Mi ha scritto per messaggio un’amica di Cuneo, postandomi una notizia apparsa on line: la Bialetti sarebbe in crisi. La mitica ditta omegnese che produce caffettiere, la Moka, sarebbe in flessione di utili, di fronte alla sfida delle macchine a cialde.
Ho dovuto spiegarle che, sì, la Bialetti è una storia omegnese. La Moka fu infatti ideata qui, ad inizio secolo scorso. Alfonso Bialetti, le ho raccontato, avrebbe pensato a quel sistema guardando la moglie fare il bucato con la lisciva.
Ma le ho anche detto che da alcuni anni, la Bialetti non è più il presente omegnese. La produzione si è spostata altrove ed il marchio è stato inglobato da una ditta bresciana. Qui non rimane nulla, se non, appunto, la storia. Spariti anche i piccoli concorrenti della Bialetti. Nulla.
Io ho ancora la Moka e preferisco il caffè fatto con la macchinetta; ma la maggioranza ama le cialde: veloci, comode… inquinanti.
In effetti hanno un peso notevole nell’inquinamento da plastica e non sono riciclabili. Si parla da tempo di tassare, abolire, cambiare… E questione di pochi anni e poi si farà. Non credo però che la nostra amata macchinetta dal nome esotico (Moka) e futurista (Express) ritornerà in massa. Faranno cialde ecologiche e la macchinetta la useranno gli originali e i nostalgici. Anche se io continuo a dire che il caffè nella Moka è più buono.