Maioliche e Maiali

In Italia molti imprenditori, raggiunto il successo, comprano auto di lusso, orologi da collezione e fidanzate da vetrina. Soldi loro e goduria per chi glieli vende. Luciano Franchi, di Borgosesia, non so se comprasse cose così, ma certo lui comprava maioliche antiche, belle e rare.

Patron del Salumificio Franchi ha passato la vita a trasformare maiali in cibo. E nel tempo libero ha collezionato ceramiche, non auto. Poi, invece di lasciarle agli eredi o a un caveau, le ha donate al Museo di Varallo.

Un gesto molto bello: restituire qualcosa alla collettività dove ha potuto operare con serenità. Forse un anche modo per ringraziare – consapevolmente o no – quella comunità più ampia che, comprando salami e pancette, gli ha permesso di diventare abbastanza ricco da collezionare piatti invece di lavarli. E così noi, che ricchi non siamo, possiamo però godere della bellezza di questi artefatti che mai ci potremmo permettere.

La “Collezione Franchi” conta quasi duecento maioliche, quattro secoli di smalti e racconti italiani, ora patrimonio pubblico. Un gesto poetico, ma anche definibile karmico: dopo una vita tra prosciutti e spezie, lasciare al mondo un po’ di bellezza smaltata è un bel contrappeso. Maiale e maiolica: carne e spirito, grasso e grazia.  E, per una volta, un imprenditore che invece di divorare il mondo, lo restituisce in bellezza.

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