Luca, due parole

Solo due parole per dire che è esistito e che io l’ho conosciuto. Si chiamava Luca ed era un alcolizzato. Uno stile Gianni però, il mio vecchio parente, per capirci: si nascondeva bene come faceva anche Giovanni, mio ex collega. Si allontanava e di nascosto, altrove, beveva. Soprattutto vino. Poi tornava e cominciava a millantare conoscenze e capacità che non aveva. Anzi no, era bravo a fare delle cose. Aveva fatto delle cose. Ma tutto poco rispetto a ciò che raccontava e diceva di saper fare. Poche cose, l’alcol è impietoso: toglie lucidità e volontà. 

  • Quante risate ci siamo fatte alle tue spalle, dopo i tuoi racconti: scusaci ma eri davvero esagerato! Una volta ci dissi che eri stato tu a consigliare a Gualtiero Marchesi di usare la foglia d’oro sul risotto… Mamma mia! Che ridere! E quella volta che ti abbiamo caricato a forza su un taxi ed eri vestito come Tony Manero: strass e lustrini… Che ridere! Scusaci, se puoi. Eri davvero uno spasso.- 

Quando era in Pro Loco con me era sempre disponibile e ciò era un pregio. Abbiamo fatto molte cose insieme, ma appena ti distraevi lui sfarfallava. Era il vino. L’ho visto bere alle 6,30 del mattino! Insomma, più un danno che un guadagno. Ma gli volevo, gli volevamo bene lo stesso.

Poi l’ho perso di vista e mi hanno detto avesse avuto un brutto male, ma pur malmesso girava con un girello e non si negava né il vino né le sigarette. Infatti è stato ad una degustazione di vini in Via Cavallotti che l’ho visto l’ultima volta non più di venti giorni fa: sigaretta e bicchiere appoggiato al girello come se fosse normale!

Filippo mi ha detto che con una vita simile è già molto che sia arrivato fino a quell’età. Credo abbia ragione. 

Visite: 80

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *